Cip Sardegna: situazione Agitamus a Tempio e nel nord Sardegna
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CAGLIARI, 25 MAGGIO 2019 - Dopo mesi trascorsi a contatto con le scolaresche c’è molta trepidazione da parte degli psicologi di riferimento nel vedere i lavori che le classi, con la complicità di maestre e professori, sono stati in grado di preparare in occasione dei convegni finali di Agitamus.
Due orette di adrenalina pura per tutti i partecipanti perché ad assistere, di solito, ci sono altre classi dell’istituto, tanti genitori e la presenza di almeno un testimonial paralimpico. La ciliegina sulla torta arriva con l’adesione di esponenti dell’amministrazione comunale, ma ciò a volte non accade.
Aspetto, quest’ultimo, che l’ideatore del progetto Manolo Cattari vorrebbe maggiormente affinato proprio perché la voce innocente dei ragazzi può essere un utile strumento per favorire interventi concreti della municipalità volti a raggiungere le pari opportunità tra le persone con disabilità e quelle senza.
Tale capitolo verrà studiato a fondo nel secondo semestre quando oltre venticinque istituti comprensivi daranno ulteriore smalto a questa importante impalcatura voluta dal vice presidente vicario del CIP Sardegna Paolo Poddighe, riuscito nell’intento di coinvolgere in prima fila la Regione Sardegna, favorevolmente colpita da una strategia mirante ad annullare le barriere architettoniche e soprattutto mentali.
Ma ciò che rende particolarmente felici gli attori di Agitamus sono le originalità dei progetti che abbracciano tutte le arti: disegno, musica, danza, fotografia,recitazione, scrittura, poesia e tanto altro. Di recente, nel nord Sardegna, se ne sono visti a Sorso, Perfugas e Alghero. Lavori che poi contrassegneranno le giornate conclusive di Sassari e Cagliari rispettivamente il 30 e il 31 di maggio.
“Ringrazio questo bellissimo gruppo che sa essere coeso in tutta l’isola – ha dichiarato Paolo Poddighe - su un progetto innovativo che sta rilanciando il comitato paralimpico. Siamo tutti orgogliosi di quello che stiamo facendo, e il nostro consiglio lo ha manifestato più volte confermando l’entusiasmo per la buona riuscita degli eventi”.
A TEMPIO PAUSANIA SPORT MAI VISTI E SENSIBILITA’ ALTISSIME
Senza impegno e responsabilità Agitamus sarebbe una bellissima auto ma senza carburante, perché l’entusiasmo molto spesso non basta. La riflessione è della psicologa Chiara Azzu che ha seguito anche l’evolversi dei lavori all’ Istituto Comprensivo di Tempio Pausania, supportata dalla coordinatrice territoriale del progetto Monica Pirina.
Se anche nell’importante centro gallurese i risultati sono stati soddisfacenti, il merito va alle sinergie sviluppate dal reggente Paolo Zentile e dalle sue collaboratrici Marilena Fiornovelli ed Emma Careddu. A loro volta sono stati significativi gli interventi da parte dei referenti Antonella Cogodda (quinta elementare) e Maria Eugenia Onorato (terza media).
Nel primo modulo (Muoversi diversamente) hanno attirato le attenzioni dei discenti i giocatori espressi dalla FIBa (Federazione Italiana Parabadminton) Adriano Tiberi, Enrico Casu e Andrea Pileri, tutti militanti nella Shalom di Luras.
Sul “Pensare e comunicare diversamente”, si sono manifestati Giovanni Marongiu e Simone Carta, nuotatori del Progetto AlbatroSS, in rappresentanza della FISDIR (Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali).
Il terzo modulo, Vivere e sentire diversamente, è stato ravvivato da un rappresentante della FISPIC (Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi),Giuseppe Scanu, giocatore di Torball presso la Tigers Paralimpyc Cagliari.
E la parola passa subito a lui, rimasto molto contento da questo incontro speciale: “Spiegare ai ragazzi i meccanismi degli sport paralimpici non è affatto semplice – sottolinea Giuseppe Scanu - ma allo stesso tempo genera delle belle sensazioni perché hai l’opportunità di descrivere ad altri le dinamiche della disciplina che pratichi quotidianamente. Studenti elementari e medi li ho visti molto coinvolti nel cimentarsi con il Torball. Penso che abbiano percepito pienamente il disagio che noi disabili proviamo nel muoverci, quando dalla loro classe, bendati e guidati dai loro compagni, sono arrivati sino alla palestra. E questo ha fatto capire quanto anche la loro scuola sia più o meno accessibile; sono infatti seguite disquisizioni sui luoghi da sfruttare per favorire la libera circolazione a tutti quanti. Nel fare gli esercizi li ho visti molto affiatati tra loro, anche nel seguire alla lettera i regolamenti, Baseball compreso”.
Simone Carta e Giovanni Marongiu hanno il grande potere di trasferire tanta voglia di vivere a chi li ascolta: “ Siamo contenti di aver raccontato ai ragazzi della nostra esperienza ai campionati italiani di nuoto a Fabriano – hanno detto - e ci siamo divertiti con loro, sicuramente perché ci hanno accolto molto bene”.
Sul fronte Badminton parla il neocampione italiano Adriano Tiberi: “Per me è stata una bella esperienza, anche perché ho letto l’entusiasmo dei ragazzi per la possibilità che gli è stata data di provare qualcosa di diverso”. Gli fa eco Andrea Pileri: “Siamo felici di aver partecipato a questo progetto, sia gli alunni delle scuole medie, sia quelli delle elementari hanno giocato a badminton prendendoci tanto gusto”.
LE RIFLESSIONI DELLA PSICOLOGA CHIARA AZZU
“A Tempio Pausania, i bambini e i ragazzi coinvolti sono stati abili nel dosare entusiasmo, impegno e responsabilità con la spontaneità e la grinta che contraddistingue la loro giovane età, ma anche con il desiderio di attivarsi nel concreto per costruire un mondo migliore e più inclusivo. Durante le giornate trascorse a scuola sono state tante le emozioni che ho visto mescolarsi nei loro volti. È sempre affascinante poter intercettare in loro le sensazioni di stupore e ammirazione nell’ascoltare gli atleti con le loro esperienze di coraggio e passione per lo sport. L’aver sperimentato difficoltà e opportunità legate al mondo della disabilità non può che lasciare ai ragazzi un patrimonio di grande ricchezza in termini di umanità, empatia, condivisione. Reputo estremamente importante che loro, i nostri adulti e i cittadini di domani, possano attraverso il progetto, interiorizzare tali insegnamenti e farsi a loro volta portavoce di messaggi di inclusione sociale e accoglienza, affinché la diversità non faccia più paura, in un’ottica di crescita e miglioramento continuo”.