Cgia di Mestre: "Il sistema bancario è solido". Calano ancora i prestiti alle imprese
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CROTONE 13 agosto - Il sistema bancario italiano è solido, nonstante l'Italia risulti ultima in relazione alla classifica degli indici Cet1 dell'area euro. Lo dice la Cgia di Mestre, che ha analizzato i dati di Bankitalia. [MORE]
I dati esaminati dall'Ufficio Studi della Cgia indicano, per il sistema bancario italiano a fine 2015, un Cet1 pari all'11,8%, un valore nettamente più basso rispetto agli altri paesi dell'Area Euro ma non così lontano dai risultati di Francia (12,6%) e Spagna (12,7%). La Germania, invece, si attesta su valori più elevati (14,9%).
L'indice Cet1, venuto alla ribalta con la diffusione degli stress test della Banca Centrale Europea, definisce il grado di copertura dei rischi assunti dalle banche con risorse proprie.
"Purtroppo la continua implementazione di nuove regole in ambito europeo e gli stress test sui singoli istituti di credito, peraltro costruiti su ipotesi di simulazione estremamente negative e difficilmente realizzabili stanno condizionando il mercato del credito in Italia e le banche si dimostrano troppo prudenti nella concessione dei finanziamenti alle imprese", dichiara Renato Mason, Segretario della Cgia.
Una prudenza che si manifesta in un duplice aspetto: da un lato, prosegue la continua crescita dei depositi delle famiglie consumatrici che da giugno del 2015 a giugno 2016 sono aumentati del 3,5%; dall'altro, continuano a scendere i prestiti alle imprese (-2,4% nello stesso periodo).
"L'aumento dei depositi delle famiglie - precisa il coordinatore dell'Ufficio Studi della Cgia, Paolo Zabeo - va comunque letto unitamente al calo delle obbligazioni bancarie che rappresentano l'altra fonte di raccolta delle banche: aumenta quindi la preferenza dei risparmiatori per i prodotti a breve termine ovvero per i depositi che possono essere svincolati in tempi brevi e che garantiscono guadagni minimi ma certi ed è invece forte la riluttanza dei risparmiatori verso le obbligazioni emesse dalle banche".
Daniele Basili
immagine da economia.leonardo.it