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CATANZARO, 1°MAGGIO 2013 - A tre mesi circa dalla chiusura “temporanea” del Museo del Rock, nessuna notizia circa la riapertura. Né dove, né quando, e né - soprattutto - se, riaprirà.
I lavori di ristrutturazione dell’antico, storico, e vincolato edificio cosiddetto ex Stac non sono ancora iniziati. Nel frattempo riaffiora qualche nostalgico buontempone che immagina come il dispensare - privatamente - hamburger e patatine transgeniche sia una affascinante, civile, lungimirante e prestigiosa ipotesi di riutilizzo dell’ex Stac. Alla faccia della cultura, della civiltà, del turismo di qualità, dei vincoli conservativi della Sovrintendenza, degli accordi con l’Università Magna Græcia, e del buon senso, in una sarabanda di panzane autolesionistiche.
La vicenda sembra ricalcare l’altrettanto “temporanea” chiusura dell’Archivio Storico Comunale, avvenuta nel lontanissimo mese di novembre 2011 per lavori di manutenzione, e i cui battenti, però, rimangono ancora serrati privando la città, gli studiosi ed i ricercatori di una fondamentale risorsa culturale.
Siamo amareggiati nel constatare come sia diffusa l’opera di distruzione sistematica di quanto di buono abbia prodotto negli ultimi anni la nostra Città.
Dei cinema abbiamo perso le tracce. Delle annunciate alchimie imprenditoriali che avrebbero consentito la riapertura di antiche e gloriose sale cinematografiche, nessuno sa più nulla. Quindi, nessun riscatto cinematografico in Città, intesa come centro storico, rioni periferici e la Marina, altrove, centri commerciali compresi, è ovviamente altra musica. A proposito di slancio generoso degli imprenditori, siamo tutti testimoni negli ultimi anni, e tuttora, di quanta lena essi abbiano dimostrato nelle vicenda del Catanzaro calcio, anch’esso emblema e vanto di storia sportiva cittadina, ma ormai passata e decaduta. Che dire poi del neonato conservatorio, così faticosamente e tenacemente voluto e conquistato, contro le scelte e la diffidenza “romane”, ma lasciato ora languire in un limbo tra agonia irreversibile e chiusura annunciata, con buona pace dei musicisti giallorossi in erba, e relative famiglie, di nuovo condannate a pellegrinare presso altre strutture musicali calabresi, o extraregionali.
E non è “solamente” la cultura a rimetterci, anzi …
Pensiamo ad esempio all’istituzione dell’isola pedonale. Miseramente sacrificata sull’altare di non meglio precisati interessi di un pugno di commercianti del centro storico. Vediamo tutti come è andata. Impera tristemente Il caos automobilistico, il disordine a scapito del decoro urbano, l’inquinamento dilagante, ma i commercianti annaspano ugualmente, e in molti hanno abbassato le saracinesche. A riprova della miopia di chi, tra di loro e tra gli zelanti amministratori in scia, individuasse nell’isola pedonale il vero ostacolo al prosperare degli esercizi commerciali. Ma dimenticando che in tutto il mondo civile funziona esattamente al contrario, costituendo la qualità urbana, sociale ed ambientale il maggiore attrattore di cittadini, che - talvolta - possono anche divenire acquirenti.
E veniamo ai palazzi storici. Di palazzo Fazzari e annesso Circolo Unione è persino inutile ricordarne la costante decadenza, che sembra ribadire un destino cinico e baro che perseguita la Città. Ma l’Educandato, recuperato di recente al patrimonio pubblico, e assegnato in ipotesi alle famose facoltà universitarie del e nel Centro storico, che fine ha fatto? E il teatro Masciari, oggi oggetto di una partecipata richiesta dei cittadini perché l’Amministrazione Comunale lo recuperi alla fruizione pubblica, possiamo conoscere ufficialmente le attuali intenzioni del nostro Sindaco, giacché, anche per questa struttura, nelle sue note programmatiche di mandato non c’è alcun riferimento? Attendiamo risposte. Come peraltro ne vorremmo anche sul destino del malcapitato Ospedale Militare, la cui pronta acquisizione e recupero erano stati annunciati a più riprese come certi ed “imminentissimi” durante le campagne elettorali sia del sindaco Traversa, che di quella del Presidente regionale Scopelliti. Va bene che Traversa è anzitempo evaporato, ma il nostro Peppe governatore, che viceversa è saldamente sulla tolda di comando, che ci dice al riguardo? E già che siamo in discorso col presidentissimo Scopelliti, vorremmo supplicarlo di lasciare stare la sanità catanzarese. Davvero lo supplichiamo. Presidente Scopelliti, sottragga la nostra superstite sanità cittadina dalle scorribande di potere, dalle guerre di posizionamento tra fazioni, dai fortini clientelari, dai trofei geopolitici, dalle speculazioni invereconde di soggetti privati, o para privati. Giù la mani dal diritto alla salute! Ed in particolare, a titolo emblematico di questa falcidia in atto ai danni dei più deboli tra i deboli, giù le mani dal Ciaccio e dal Pugliese.
Tanti altri esempi potremmo fare, ma preferiamo fermarci qui. Chiudiamo da dove avevamo iniziato. Dal Museo del Rock. Salviamolo. Salviamo il Museo del Rock. Chiediamo che riapra al più presto il Museo del Rock, perché piccola perla concreta di lungimiranza, di passione, di competenza ed originalità, unico in Italia, apprezzato con interesse e curiosità, anche oltre i confini locali.
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