Catanzaro nel cuore: Il dirottamento del Mibac ci interroga su cosa significa capoluogo di regione?
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CATANZARO, 20 NOVEMBRE 2014 - Se fosse vera la notizia dell’imminente soppressione degli uffici dirigenziali della Soprintendenza Archeologica aventi sede a Catanzaro, per essere dirottati a Reggio Calabria, la politica e la società, nella loro interezza, dovrebbero abbandonare ogni ipocrisia ed operare una scelta definitiva in merito al significato, al ruolo, alle funzioni e al portato istituzionale che risiede nella dizione “capoluogo di regione”.
[MORE]Inutile ripercorrere la storia calabra con le sue frammentazioni, colpevolmente legittimate da compromessi governativi che oggi rivelano tutta la loro dannosità. Sin da quando si è deciso irresponsabilmente che la Regione Calabria dovesse avere due sedi istituzionali, una per la Giunta ed una per il Consiglio, il vulnus non solo non si è cicatrizzato ma addirittura è divenuto l’alibi per richiedere sempre nuove frammentazioni, distaccamenti, doppie e triple sedi di questo o di quell’ufficio.
Con quale risultato?
Che il capoluogo regionale della Calabria è stato via via depotenziato, delegittimato, nei fatti non riconosciuto sia a causa di becere ventate campanilistiche, sia per colpe attribuibili alla politica catanzarese che – sin dagli anni ’70 - ha gestito assai male lo status di capoluogo.
Perciò il paventato smantellamento della Direzione Regionale dei Beni Culturali attualmente ubicata nel territorio di Catanzaro non solo non ci sorprende affatto ma ci conferma quanto il nostro Movimento afferma da almeno dieci anni: cioè, che la politica deve avere il coraggio di eliminare le anomalie presenti nella nostra regione senza più ricorrere a buonismi e a compromessi. In caso contrario, l’ennesimo urlo di disperazione per l’ennesimo scippo ha il sapore beffardo di un film già visto, di cui si conosce il finale, e che continuerà ad essere replicato fino a quando la dizione “capoluogo di regione” continuerà a tornare utile per le campagne elettorali e per infinocchiare gente ormai anestetizzata.
Al di là di questo scenario c’è solo un’azione da compiere: bloccare severamente, ed una volta per tutte, le anomalie calabresi attraverso la definizione certa dei ruoli. Il capoluogo di regione della Calabria deve essere messo nelle condizioni di esercitare le sue funzioni al pari degli altri capoluoghi regionali italiani. Né di più, né di meno.
Nelle altre regioni, dov’è ubicata la sede RAI? Dove le Soprintendenze? Dove le sedi regionali afferenti ai Ministeri? Se ci sono regole e consuetudini, bisognerebbe rispettarle anche in Calabria, per evitare che poi qualcuno ci dica che non facciamo parte della Nazione!
Chi ha il coraggio, dunque, di iniziare a mettere un po’ di ordine ripartendo e riportando il Consiglio Regionale nella sua sede naturale di Catanzaro? La Cittadella Regionale - che ci auguriamo sia intitolata al popolo degli Itali – sta per essere inaugurata: non sarebbe male se contestualmente si inaugurasse anche una nuova stagione culturale, sociale e politica nella quale i calabresi abbandonassero ogni particolarismo per approdare ad un’auspicabile maturità. Magari guidati da una parola coraggiosa ed inequivocabile che vorremmo sentir dire, a tal proposito, dai candidati allo scranno di governatore.
Movimento Civico Indipendente “Catanzaronelcuore”