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MILANO, 7 DICEMBRE 2011 – Sembra incredibile che un detenuto possa considerare indispensabile la lettura di fumetti hard, al punto da ricorrere al tribunale per obbligare il carcere a comprarli. Eppure è successo a Parma dove un 41enne, Alessio A., ha prima fatto domanda al Tribunale di sorveglianza di Reggio Emilia nell’ottobre 2010, e poi fatto ricorso alla Suprema corte.[MORE]
La Cassazione ha naturalmente rigettato il ricorso ritenendo quel genere di letture <<oggetti non indispensabili>>. I fumetti vietati ai minori di diciotto anni non rientrano, insomma, tra le letture di cui debbano farsi carico le amministrazioni penitenziarie.
La sentenza 45410 spiega che <<il magistrato di sorveglianza ha rilevato che la rivista>> che il detenuto <<chiedeva di acquistare non costituisce un oggetto di indispensabile utilizzo e, conseguentemente, il suo mancato inserimento nell’elenco dei beni e dei generi per i quali è intervenuta la convenzione tra la ditta appaltatrice e la direzione dell’istituto penitenziario, non costituisce violazione di un diritto del detenuto>>.
Comunque, se chi è recluso non può proprio farne a meno, ricorda la Cassazione, può sempre <<farsi inviare la rivista richiesta, acquistandola direttamente dalla casa editrice, vale a dire facendosela spedire per posta dai familiari che l’acquisteranno per lui all’esterno>>.
Insomma, niente da fare per il 41enne che dovrà arrangiarsi. Probabilmente era convinto di soggiornare in un hotel più che in un carcere.
Gaia Seregni