Caso Surkala: il legale della moglie chiarisce alcuni punti dell'indagine
Cronaca Trentino Alto Adige

Caso Surkala: il legale della moglie chiarisce alcuni punti dell'indagine

mercoledì 11 marzo, 2015

BOLZANO, 10 MARZO 2015 - Josef Surkala, operaio quarantottenne della Repubblica Ceca, è deceduto il 13 Dicembre del 2013 mentre si trovava in Alto Adige per lavorare. L’autopsia ha decretato che l’uomo sarebbe morto per avvelenamento, pertanto la Procura della Repubblica di Bolzano ha aperto un fascicolo sul caso e le indagini risultano essere tutt’ora in corso, per decretare se il decesso è avvenuto in modo accidentale o violento ed, eventualmente, individuare le responsabilità di terzi.

In data 3 Marzo 2015 veniva divulgata da alcuni media la notizia secondo cui si era «aggravata la posizione di Jana Surkalova», moglie del quarantottenne. A tale proposito è intervenuto il legale della donna, l’avvocato Boris Dubini, il quale ha smentito quanto era stato scritto dai giornali.[MORE]

L’avvocato Dubini, interpellato da InfoOggi, ha chiarito la motivazione per la quale smentisce la notizia ed ha chiarito alcuni punti sulla vicenda giudiziaria.

Avvocato Dubini, In data 3 Marzo alcuni media riportavano che la posizione della sua assistita, Jana Surkalova, si era aggravata, Lei ha contestato questa notizia: può spiegarne le ragioni?
«Al momento il fascicolo è in fase d'indagine; tuttavia, il pm, dott. Bramante, ha chiesto ed ottenuto dal gip lo svolgimento di un incidente probatorio, che si è articolato in tre udienze. Una ha avuto luogo il 10 Dicembre con l'audizione di due persone informate sui fatti, non testimoni oculari, di nazionalità polacca. L’incidente probatorio si è svolto poiché queste due persone dovevano lasciare l'Italia di lì a poco. Preciso che la richiesta urgente riguardava quattro persone, ma due erano rientrate al loro Paese d'origine in anticipo. Non risulta che siano poi state sentite all'esito dell'udienza del 10 Dicembre. Una seconda udienza è avvenuta il 17 Dicembre, quella in cui è stata depositata la nomina di difensore di fiducia del sottoscritto unitamente al collega Stefano Savoldelli, con l'incarico ad un consulente del Tribunale d'esaminare il contenuto dei contenitori sequestrati alcuni mesi prima in Repubblica Ceca presso l'abitazione della mia cliente. La terza udienza si è tenuta il 4 Febbraio, cioè un mese prima della notizia di cui ci stiamo occupando, con la relazione del consulente a chiarimento delle risultanze peritali.

Il ctu (consulente tecnico d’ufficio, n.d.r.) ha rinvenuto metanolo unicamente all'interno di un contenitore sigillato, mai aperto, così come accertato. L’etichetta di tale contenitore indicava come contenuto "metanolo", il che sembra tautologico, ma l'indagine andava fatta. Il ctu, ha trovato bevande spiritose artigianali ed innocue all'interno di bottiglie di plastica per liquidi alimentari ed ha attestato che il contenuto di tutti i contenitori esaminati corrispondeva al contenuto dichiarato o presumibile: pertanto, non capisco come e in che modo possa dirsi aggravata la posizione della mia cliente, tanto più che la perquisizione aveva avuto luogo molto tempo dopo il decesso del marito e si sarebbe potuta distruggere ogni cosa nelle more. Forse c'è qualche spinta a montare il caso a livello mediatico, ma c'è stato più di qualche eccesso».

Qual è il vostro punto di vista sulla morte di Josef Surkala?
Sul punto posso unicamente dire che non vi è corrispondenza tra le notizie trapelate sugli organi di stampa ed il contenuto del fascicolo d'indagine, cosicché aspetto la cristallizzazione delle indagini preliminari prima di prendere posizione. A mero titolo esemplificativo: è stato scritto che il movente del delitto sarebbe una polizza vita da riscuotere, quando in realtà non c'è alcun riferimento a contratti assicurativi tra le carte del pm, né c'erano comunque polizze in vigore con beneficiaria la moglie. E’ stato anche scritto che il signor Surkala sarebbe morto per lento avvelenamento da metanolo, quando l'autopsia parla di avvelenamento acuto, cioè, esattamente il contrario. E’ stato scritto che ci sarebbe la prova della colpevolezza della mia cliente e che la stessa sarebbe latitante all'estero, o addirittura in carcere, quando nei confronti della stessa non è stata richiesta alcuna misura cautelare. Non è stato scritto, invece, che l'indagine era partita anche nei confronti di altri soggetti, né che l'interrogatorio della mia cliente programmato a Ottobre non aveva avuto luogo unicamente per un "disguido" della difesa d'ufficio, né che è stata la stessa a chiedere -recentemente- al pm di essere sottoposta ad interrogatorio. Purtroppo queste notizie di dettaglio non sono passate».

Perché la sua assistita si trova in Repubblica Ceca?
«La signora Surkalova è cittadina ceca, così come lo era suo marito, il quale lavorava stagionalmente in Alto Adige. La mia cliente vive da sempre in Repubblica Ceca, ove lavora e dove si occupa dei due figli, tanto più dopo la morte -accidentale o violenta- del marito ed è quindi ovvio che vi si trovi tuttora. Non è mai scappata, non si è mai trasferita e continua nei limiti del possibile a vivere la vita di tutti i giorni, con l'aggravante di non disporre più della rimessa economica dall'Italia che il marito mandava a casa a sostegno della famiglia».

(Immagine da radionbc.it)

Alessia Malachiti


Autore
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