Caso Scazzi: Misseri "Sabrina voleva aiutarmi con il cadavere". Probabile coinvolgimento di Cosima
Cronaca Puglia

Caso Scazzi: Misseri "Sabrina voleva aiutarmi con il cadavere". Probabile coinvolgimento di Cosima

mercoledì 24 novembre, 2010

AVETRANA (TA) – Dopo tre mesi di indagini, interrogatori e colpi di scena, il mistero sull’omicidio di Sarah Scazzi sembra ogni giorno arricchirsi di nuovi particolari agghiaccianti e non sembra avere fine.
I giudici del Tribunale del Riesame di Taranto hanno giudicato attendibili le confessioni, sempre diverse e con nuovi particolari, di Michele Misseri, lo zio indagato insieme alla figlia Sabrina per l’omicidio della nipote 15enne. [MORE]

Secondo i magistrati “Le differenti versioni non sono sintomatiche di inattendibilità bensì espressione del travaglio necessario per giungere, riferendo la verità dei fatti, ad abdicare all'impegno assunto con la figlia di tenerla immune da ogni responsabilità”, e aggiungono “Inizialmente l’istinto di genitore ha spinto Misseri a tenere indenne la giovane figlia e, contemporaneamente, consentire il ritrovamento e una degna sepoltura della nipote”.

Nelle confessioni di Michele Misseri però spunta un nuovo particolare che potrebbe incastrare definitivamente la figlia 22enne Sabrina: pare infatti che l’uomo abbia riferito ai magistrati che la figlia avrebbe chiesto al padre, nel garage, se avesse bisogno d’aiuto per occultare il cadavere della piccola Sarah dopo il delitto.
Questo particolare, che non risultava nei precedenti interrogatori, potrebbe condannare Sabrina in maniera definitiva e smentirla in ogni suo punto.

Intanto sembra sempre più palese il coinvolgimento della moglie di Misseri, Cosima Serrano. La donna infatti sarebbe stata lasciata fuori fino ad ora, coperta dalle bugie del marito. La sua posizione però era traballante già dall’altro giorno, quando, grazie ai tabulati della banca, sarebbe stata smentita la sua dichiarazione: la donna infatti confessò che il giorno del delitto era al lavoro.

Ora grazie ai tabulati telefonici, sono state scoperte tre telefonate fatte all’altra figlia Valentina, che vive a Roma, e tutte le telefonate risultano agganciate alla cella telefonica 40035 che copre le campagne in località “Mosca”, la zona del pozzo dove è stato ritrovato il cadavere della piccola Sarah.

Il mistero quindi continua ad infittirsi, troppe cose non coincidono e il sospetto che tutta la famiglia sia coinvolta in questo torbido omicidio si rafforza ogni giorno di più.
 


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