Caso Ruby: il 6 aprile inizia il processo a Berlusconi. Concesso il rito abbreviato
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MILANO,15 FEBBRAIO - E' arrivata, alla fine, la tanto attesa decisione del Gip Carolina Di Censo sulla possibilità e sulla formula con la quale processare il Premier Silvio Berlusconi.
L'epilogo è pertanto quello che auspicavano i magistrati inquirenti con la richiesta di rinvio a giudizio e la concessione del rito immediato.
Tuttavia, ciò che emerge con forza dagli eventi della giornata di oggi può essere scisso in due aspetti fondamentali, collegati fra loro.[MORE]
Innanzitutto è bene ricordare cos'è il rito abbreviato e quali sono le condizioni affinchè sia concesso.
Come recita l'art. 453 del Codice Penale, il rito abbreviato, che consiste nell'inizio immediato del dibattimento, saltando così l'udienza preliminare, può essere richiesto "quando la prova appare evidente, salvo che ciò pregiudichi gravemente le indagini “ e "se la persona sottoposta alle indagini è stata interrogata sui fatti dai quali emerge l'evidenza della prova ovvero, a seguito di invito a presentarsi emesso con l'osservanza delle forme indicate nell'articolo 375 comma 3 secondo periodo, la stessa abbia omesso di comparire, sempre che non sia stato addotto un legittimo impedimento e che non si tratti di persona irreperibile".
Proprio il caso di Berlusconi, che ha declinato l'invito dei giudici a presentarsi in procura per rispondere della propria posizione.
Chiarito ciò, dunque, la questione si presenta in questi termini. In primis, ed è questo l'aspetto più importante, anche il Gip (Giudice per le indagini preliminari) ha riconosciuto, nelle carte presentategli dai Pm milanesi, elementi sufficienti affinchè il Premier sia rinviato a giudizio, ossia processato.
Per la prima volta infatti, dall'inizio della vicenda, c'è un pronunciamento ufficiale di un organo della magistratura terzo rispetto all'imputato e ai Pm (in parole povere difesa e accusa) che ritiene che vi siano le prove, o quantomeno un sospetto fortissimo, che Berlusconi sia colpevole.
L'aspetto che segue è invece il giudizio di merito sulle carte presentate dai magistrati inquirenti. Non solo, per il Gip, è altamente probabile che Berlusconi sia colpevole ma addirittura vi sono delle prove così forti che si può concedere il rito abbreviato, ossia la possibilità di accorciare le procedure ordinarie, attesa proprio la validità e il peso degli elementi raccolti dai Pm.
Silvio Berlusconi è ora quindi ufficialmente imputato per i reati di concussione e prostituzione minorile e il 6 aprile dovrà presentarsi in Tribunale.
L'altra notizia è che a giudicare il Premier sarà un collegio - il reato di prostituzione minorile, che prevederebbe il giudice monocratico, viene infatti attratto da quello di concussione dato il collegamento tra i due fatt - formato da tre donne.
Carmen D’Elia, Orsolina De Cristofaro e Giulia Turri sono i nomi delle tre toghe che avranno l'arduo compito di gestire, oltre all'andamento del processo, anche l'attenzione mediatica che inevitabilmente si scatenerà.
Nel frattempo arrivano le prime reazioni, roventi, da parte dell'opposizione.
Per il Partito Democratico “la situazione è divenuta insostenibile. Un Premier sotto processo per reati di questo tipo non è in grado di governare il Paese” e l'unica via d'uscita sono le dimissioni di Berlusconi.
Pronta la replica del Ministro della Giustizia Alfano che non manca di richiamare, come ormai in questi giorni sembra non poter fare a meno, la sovranità popolare:”E' in gioco il ruolo di autonomia e sovranità del Parlamento. Escludo categoricamente le dimissioni del Premier”.
Niente di nuovo dunque sotto il sole del dibattito politico ma non si può non rilevare che la decisione del Gip milanese innescherà a breve un terremoto politico di cui è difficile prevedere gli esiti.
Per il momento non resta che attendere.
Vincenzo Nastasi