Caso Mills, atteso per oggi il verdetto
Cronaca Lombardia

Caso Mills, atteso per oggi il verdetto

sabato 25 febbraio, 2012

MILANO, 25 FEBBRAIO 2012- Dopo dieci anni dall'inizio delle indagini e cinque di processo, a meno che non intervenga qualche colpo di scena, oggi, il processo che vede Berlusconi imputato per corruzione in atti giudiziari sembrerebbe essere arrivato al suo epilogo. Così, dopo la conclusione delle arringhe dei difensori dell'ex premier, se non ci saranno repliche da parte dell'accusa, i giudici della decima sezione penale del Tribunale milanese si ritireranno in camera di consiglio per emettere la sentenza. "Si tratta solo di uno dei tanti processi inventati contro di me", ha dichiarato in un comunicato Silvio Berlusconi, a poche ore della sentenza. Nel lungo memoriale l'ex premier, oltre a sottolineare la sua innocenza, non risparmia delle stoccatine ai giudici scrivendo, "Qualunque giudice scrupoloso ed equanime avrebbe dovuto chiudere il processo".

Un processo che muove i suoi passi da una presunta tangente di 600mila dollari che, a fine anni '90, Berlusconi avrebbe versato all'avvocato inglese in cambio di dichiarazioni reticenti nelle testimonianze in due processi. Nel 2002, il pm di Milano Fabio De Pasquale procede ad iscrivere nel registro degli indagati Mills e Berlusconi per riciclaggio nell'ambito del procedimento sui diritti tv (quest'ultimo capo d'accusa già prescritto). Le indagini, tuttavia, spingono gl'inquirenti a ritenere che ci siano i presupposti per configurare un altro reato: corruzione in atti giudiziari.

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Così, il 19 luglio del 2004, David Mills, interrogato dai pm milanesi Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale, è chiamato a spiegare perché ha ricevuto da Silvio Berlusconi 600.000 dollari nel 1998. "Io sono stato sentito più volte in indagini e processi che riguardavano Silvio Berlusconi e il Gruppo Fininvest e pur non avendo mai detto il falso ho tentato di proteggerlo nella massima misura possibile e di mantenere laddove possibile una certa riservatezza sulle operazioni che ho compiuto per lui", dichiara l'avvocato inglese che, per colpa di tale somma di denaro, deve dare delle "giustificazioni" al fisco britannico. A tal fine scrive e consegna al suo fiscalista una lettera, datata 2 febbraio del 2004, ignaro che questa, poi, sarebbe finita in possesso dei giudici milanesi, diventando nel tempo la principale prova d'accusa contro Mills. In un passaggio della suddetta lettera, l'avvocato inglese aveva parlato di ''tricky corners'', curve pericolose, alle quali si era sottoposto per tenere ''Mr B. fuori da un mare di guai''.

Nel luglio del 2004, dichiara Mills, "Nell'autunno del 1999 Carlo Bernasconi (il manager Fininvest deceduto nel 2001, ndr), che mi dispiace coinvolgere in questa storia, perché era veramente un mio amico, mi disse che Silvio Berlusconi a titolo di riconoscenza per il modo in cui ero riuscito a proteggerlo nel corso delle indagini giudiziarie e dei processi, aveva deciso di destinare a mio favore una somma di denaro". Prosegue l'avvocato inglese, "Cerco di ricordare le parole esatte che Carlo usò per indicare chi aveva preso questa decisione all'interno della famiglia e ritengo che abbia usato l'espressione 'il dottore', che era il modo con cui abitualmente chiamava Silvio Berlusconi''. Successivamente, più volte l'avvocato inglese, ha cercato di fare marcia indietro. Nel novembre del 2004, infatti, Mills aveva mandato ai giudici di Milano una memoriale per rettificare tutto, ma non viene creduto.

Nel marzo 2007, comincia il "processo Mills". A presiedere il collegio, Nicoletta Gandus, che subito diventa bersaglio dei difensori dell'allora premier, "rea" di avere sottoscritto diversi appelli particolarmente duri su leggi in materia di giustizia, presentate proprio dal governo Berlusconi. Così, nella primavera del 2008, arriva la prima richiesta di ricusazione firmata da Berlusconi contro il giudice che lo processa. Tuttavia, la ricusazione viene bocciata ma, allo stesso tempo, il pm Fabio de Pasquale, cogliendo tutti di sorpresa, comunica in aula di aver modificato il capo di imputazione, con un conseguente spostamento in avanti della data in cui il presunto reato di corruzione sarebbe stato consumato: non più a febbraio 1998, ma a febbraio 2000.

Nel mentre, tornato a Palazzo Chigi, una delle prime norme approvate dal nuovo governo è il Lodo Alfano, legge che ha l'effetto di bloccare i processi per le massime cariche dello Stato. Naturalmente, ciò ha effetto immediato sul caso Mills: il 4 ottobre il Tribunale di Milano trasmette gli atti alla Corte Costituzionale e stralcia la posizione di Berlusconi. In questo modo la causa si sdoppia: prosegue per Mills mentre si ferma per Berlusconi in attesa che la Consulta si pronunci in merito all'eccezione di incostituzionalità sollevata dalla pubblica accusa contro la nuova legge blocca-processi.

Nel febbraio del 2009, alla vigilia della sentenza, David Mills ritorna a presentare una nuova memoria scritta ai giudici nella quale dà la sua ultima versione, "Silvio Berlusconi è stato una vittima dei miei errori. Ho fatto degli errori, ho condotto male i miei affari e ho causato molti fastidi a delle persone che non hanno in nessun modo meritato un tale guaio. Ma non sono mai stato corrotto da nessuno, né da Carlo Bernasconi, né da Silvio Berlusconi o qualsiasi altra persona".

Continua l'avvocato inglese, "Mai pensavo che una finzione del genere poteva portarmi ad essere accusato di corruzione...dopo avere firmato il verbale (alla procura di Milano nel 2004) non pensavo affatto di avere confessato un atto corruttivo e non è possibile interpretare le mie parole in quel senso: non c'è mai stato alcun accordo finalizzato a false testimonianze, non c'è mai stata da parte mia la volontà di favorire Berlusconi".

Nonostante ciò, i pm lo condannano a 4 anni e mezzo di reclusione. Condanna che viene confermata anche in Appello, ma non in Cassazione dove il reato viene dichiarato prescritto confermando però, nelle motivazioni della sentenza, la validità dell'impianto accusatorio. Ciò segna, per l'accusa, comunque, un punto a favore: tre sentenza emesse da tre diversi Tribunali (primo grado, Appello e Cassazione) dichiarano che Mills è stato corrotto.

Nel dicembre 2009, il processo a carico di Berlusconi riprende davanti ad un altro Tribunale, questa volta presieduto da Francesca Vitale. Ed anche questa volta, non trascorre molto tempo prima che una nuova norma, quella sul legittimo impedimento continuativo, lo blocchi. Più o meno con le stesse modalità a cui si era già assistito. Si blocca l'iter processuale, gli atti vengono inviati alla Corte Costituzionale, la quale boccia anche questa norma.

Trascorre un anno prima che lo "show" riprenda. Nel marzo 2011 si torna in aula. Per scongiurare la prescrizione, il tribunale fissa udienze a distanza ravvicinata. Mills in una videoconferenza da Londra, continua a sostenere che Berlusconi è innocente, "Berlusconi non c'entra nulla e se ho fatto il suo nome in passato è solo perché non volevo mettere di mezzo l'armatore Attanasio, dal quale provengono i soldi, visto che quest'ultimo aveva già guai con la giustizia in Italia. Le difese chiedono altri testi".

Nel mentre, i pm di Milano tagliano tutte le persone indicate dai legali. Allora, l'ex premier tenta di nuovo di far ricusare i giudici. Scrive Berlusconi in una memoria, "Con la loro corsa contro il tempo e il taglio dei testimoni dimostrano non di voler accertare la verità ma di voler arrivare ad una sentenza di condanna". Lo scorso 18 febbraio, la Corte d'Appello di Milano Mercoledì decide in merito sostenedo che: la ricusazione presentata da Berlusconi è infondata. E così siamo arrivati ad oggi, dove impazza il totoscommesse: assoluzione, condanna o prescrizione.

Infatti, per la difesa di Berlusconi, la prescrizione è già intervenuta al più tardi agli inizi di questo mese. Per l'accusa scatta invece tra maggio e metà luglio. Tutto dipende da quando far iniziare il reato (la Cassazione per Mills ha indicato la data del novembre 1999) e da difficili calcoli applicati agli 'stop' e alle riprese del procedimento. Quindi, non ci resta che attendere la sentenza, prevista in giornata. Intanto, si apprende che l'imputato Berlusconi, al momento, non è presente in sala.

(Fonti: Ansa, Adngronos. Fotogramma: lenovae.it)

Rosy Merola
 


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