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BARI (BA) - Il presidente della Regione Puglia darà mandato all'Avvocatura regionale di valutare se ricorrono i presupposti per impugnare il decimo decreto Ilva davanti alla Corte Costituzionale. Lo rende noto lo stesso Michele Emiliano, con una nota. "Il decimo decreto Ilva è l'ennesimo errore dei vari Governi italiani succedutisi nel tempo sulla vicenda dell'acciaieria Ilva di Taranto". Per Emiliano la misura è colma: “la pazienza dei tarantini e dei pugliesi è finita. Siamo stanchi di vedere i bambini di Taranto ammalarsi di tumore nella misura del 30% in più rispetto agli altri bambini italiani".
[MORE]Del parere opposto, invece, è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti che, intervenendo in diretta su Radionorba, ha commentato le critiche espresse dal Presidente della Regione. "Penso veramente che il governatore Emiliano, quando leggera' bene il decreto, si rendera' conto che e' esattamente il rovescio di come lui lo ha interpretato: la preoccupazione chiave del decreto e' esattamente l'ambiente".
"L'obiettivo del decreto Ilva, come ci ha chiesto l'Unione Europea è quello di creare discontinuità tra la vecchia gestione e la gestione futura, che deve impegnarsi prima di tutto sul terreno ambientale”, e questo e' il cuore del decreto". "Il decreto - ha proseguito De Vincenti - rovescia l'ordine, e dice: prima di tutto valuteremo il piano ambientale, quindi neanche guarderemo le offerte economiche finche' non avremo valutato il piano ambientale e solo le offerte che rispetteranno pienamente gli obiettivi ambientali che ci siamo dati, compatibili con i criteri europei e quindi di massima garanzia per la salute e l'ambiente, solo quelle saranno poi considerate come offerte economicamente valide".
Opinioni differenti si registrano anche sulla questione dei creditori. Per Emiliano "si ritiene ingenuamente da parte del Governo in carica - aggiunge Emiliano - di facilitare la vendita a privati dello stabilimento, concedendo l'immunità dal diritto penale oltre che ai commissari, anche agli acquirenti dello stabilimento per le attività di esecuzione della Autorizzazione Integrata Ambientale". Per De vincenti, invece, “la proroga è eventuale perche' il punto chiave è fare bene le cose e non farle comunque, il piano ambientale deve essere tale da risanare in modo definitivo quell'area e proprio perchè il piano ambientale significherà una nuova Ilva in una nuova Taranto, la nuova gestione non potrà che avere responsabilità a se stanti che riguardano quel piano ambientale e non riguardano l'inquinamento del passato, di cui saranno responsabili le vecchie gestioni". Inoltre, De Vincenti ha aggiunto che "abbiamo rispettato le richieste dell'Unione europea che ci ha chiesto di separare vecchia e nuova gestione e in una lettera c'era la richiesta che i 300 milioni di prestito ponte restino in capo alla precedente gestione. Voglio tranquillizzare al massimo i creditori: tutte le norme che abbiamo varato garantiscono tutti i creditori, non solo i dipendenti ma anche i fornitori, dunque non ci sara' differenza da quanto previsto in precedenza".
Su chi sarà il futuro acquirente del gruppo siderurgico, De Vincenti ha dichiarato che il Governo guarda con favore la possibilità di una cordata italiana, "però il punto chiave deve essere il futuro di Taranto e devo dire che qui la nazionalità passa in secondo piano”. Da Santa Margherita Ligure arriva la risposta di Emma Marcegaglia, che nella giornata di giovedi ha formalizzato la sua offerta d'aquisto nell'ambito della cordata Arcelor – Mittal. Per Marcegaglia, la privatizzazione di Ilva deve andare avanti, "poi vinca il migliore". "Di fronte a un'impresa che negli ultimi anni ha sofferto molto, tre anni di commissariamento gli hanno fatto ridurre la produzione e la capacita' di stare sul mercato, mi auguro che questo processo di privatizzazione vada avanti e nel migliore dei modi. Ovviamente poi vinca il migliore".
Cosa prevede il Decreto Ilva
Il decimo decreto Ilva prevede che l'amministrazione straordinaria del Gruppo rimborsi il prestito ponte da 300 milioni di euro concesso dallo Stato anteponendolo agli altri debiti, maggiorato degli interessi al tasso percentuale Euribor a 6 mesi pubblicato il giorno lavorativo antecedente la data di erogazione maggiorato di uno spread pari al 3 per cento, entro 60 giorni dal decreto di cessazione dell'esercizio dell'impresa. Il prestito era stato concesso per consentire il proseguimento dell'attività industriale ed è finito nelle maglie della Commissione europea, la quale ha avviato un'indagine per appurare la probabili aiuti di Stato.
Il decreto prevede inoltre la possibilità di differimento, fino a 18 mesi, del termine per l'attuazione del piano ambientale di risanamento rispetto alla precedente scadenza fissata al 30 giugno 2017, spostando il termine ultimo a fine 2019., applicabile anche per ogni altro adempimento, prescrizione, attivita' o intervento di gestione ambientale e di smaltimento e gestione dei rifiuti inerente Ilva in amministrazione straordinaria e le altre società da essa partecipate anch'esse in amministrazione straordinaria e sostituisce ogni altro diverso termine intermedio o finale che non sia ancora scaduto. Dal ministro dell'Ambiente, inoltre, sarà nominato un comitato di esperti, che vigilerà sull'attuazione del piano.
Daniele Basili