Napoli, "pizzo" agli stabilimenti. Un pentito racconta: "La vittima piangeva come un bambino"
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NAPOLI, 19 NOVEMBRE 2011 – Finiti in manette nel Napoletano altri cinque membri del clan dei Casalesi. Gli uomini, legati alla fazione Bidognetti, sono stati arrestati questa mattina dagli agenti della squadra mobile di Caserta e del Commissariato di Castel Volturno con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.[MORE]
Si chiude oggi il cerchio investigativo aperto due anni fa dagli uomini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli nell'ambito della lotta al giro di estorsioni nel capoluogo campano. Da quanto emerso finora dalle indagini, la fazione di Bidognetti aveva stipulato alleanze con altri clan attivi a Napoli per intensificare l'attività di taglieggio ai danni di numerosi stabilimenti balneari del Litorale Domitio.
Varcaturo, Ischitella e Castel Volturno. Questi alcuni degli obiettivi presi di mira dagli uomini vicini ai Casalesi, che tra il 2009 e il 2010 si sono serviti di soggetti affiliati ai Mallardo di Giugliano e ai Licciardi di Secondigliano come galoppini delle missive estorsive contro i proprietari degli stabilimenti.
L'arresto degli uomini vicini al clan è stato facilitato dalla confessione di alcuni pentiti di mafia, che hanno rivelato i dettagli sui nomi delle persone coinvolte nelle operazioni di estorsione. Barone, Abbamundo e Migliore sono tra i destinatari dei provvedimenti giudiziari, eseguiti oggi dalla polizia e ordinati dal gip Umberto Lucarelli su richiesta dei pm Cesare Sirignano, Giovanni Conzo e Francesca De Renzis.
"Io e Abbamundo Alessandro abbiamo portato il proprietario del lido "Don Pablo" del Litorale Domitio nella casa di... (appartiene a una donna indagata) e alla presenza di Cosimo Migliore lo abbiamo minacciato con una pistola modello 9x21 calibro corto, intimandogli di pagare la somma di 3000 euro. Il proprietario del lido piangeva come un bambino e ha subito versato una somma pari a mille euro e poi i restanti duemila euro li ha versati nel mese di agosto". Questo il racconto di Michele Barone, oggi collaboratore di giustizia, sui fatti avvenuti durante una delle numerosi operazioni di taglieggio ai danni di uno degli stabilimenti del Litorale Domitio.
Nel 2008 l'ultima vittima delle azioni mafiose del clan, che proprio a Castel Volturno ha ordinato l'uccisione del gestore di uno degli stabilimenti balneari della zona. Si chiamava Raffaele Granata ed era il padre dell'allora sindaco di Calvizzano. Le indagini sulla morte dell'uomo hanno condotto ad identificare Giuseppe Setola come il mandante dell'omicidio, che all'epoca dei fatti era alla guida del braccio armato del clan di Casal di Principe.
Riccardo Marcucci