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MILANO, 13 LUGLIO 2013 – Dopo l’ondata di rincari sulla benzina, a cui si è assistito conseguentemente all’aumento deciso l’11 luglio da Eni - che ha scatenato un effetto domino tra gli altri marchi, generando un allineamento oscillante tra 0,5 e 1,5 centesimi/litro benzina extra 0,5 e 1,2 centesimi/litro diesel – il Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio hanno indetto lo sciopero delle aree di servizio poste lungo tutte le tratte autostradali, tangenziali e raccordi compresi, dalle 22.00 del 16 luglio alle ore 6.00 del 19 luglio prossimi
Come ha puntualizzato ieri la Staffetta Quotidiana: «L'aumento alla pompa -segnala - in controtendenza rispetto a il calo di ieri sui mercati internazionali del prodotto raffinato e porta il prezzo medio ai valori più alti dallo scorso 25 marzo». [MORE]
Questa situazione ha reso necessario un incontro al Mise, con il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, nel corso del quale i gestori hanno invitano il governo ad intervenire per «costringere compagnie petrolifere e concessionari al rispetto delle leggi e degli accordi. Imposizione dei prezzi dei carburanti più alti d'Europa, volumi di vendita in progressiva picchiata dal 2008, livello di royalty aumentati di oltre il 700% in 10 anni, accordi collettivi economici scaduti mediamente da più di quattro anni, valanga di lettere di disdetta dei contratti di gestione che espellono oltre 6.000 lavoratori e centinaia di imprese, impegni assunti con intese formali sottoscritti in sede istituzionale disattesi, norme di legge violate».
La nota delle sopraindicate organizzazioni procede evidenziando che, «E sono queste - le ragioni per le quali i sindacati dei gestori hanno pressantemente sollecitato il Governo a esercitare il suo autorevole intervento per garantire il rispetto delle norme vigenti e degli Accordi che esso stesso, anche nel recente passato, ha voluto e sottoscritto. Al ministero dello Sviluppo economico, ora, tocca quindi il compito di riportare all'interno delle regole i comportamenti delle compagnie petrolifere e dei concessionari autostradali che si spartiscono la torta degli affari prodotti con un bene pubblico, quello autostradale, affidato in concessione, ai danni dei lavoratori del settore, dei consumatori che lo utilizzano e dell'intera collettività».
(fonte: Ansa. Foto: controlacrisi.org )
Rosy Merola