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INTRODUZIONE
Il Derby d’Italia di questa seconda parte di campionato, si è svolto in un’Allianz Stadium avvolto da “un clima surreale, in una situazione paradossale”, come è stato definito dall’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta nel prepartita.
Il risultato maturato sul campo allontana l’Inter dalla vetta, anche se quest’ultima ha una partita in meno rispetto alle due squadre ai primi due posti della classifica del campionato, ovvero Lazio e Juventus. La squadra torinese riconquista la vetta della classifica al termine di una gara tra luce ed ombre. Una gara molto equilibrata nel primo tempo, che ha visto le due compagini dividersi in modo equo il primo tempo; mentre nel secondo tempo improvvisamente una brusca accelerata in termini di intensità di gioco e cinismo hanno portato la Juventus al trionfo.
JUVENTUS
FASE DI POSSESSO
In fase di possesso la Juventus palesa in maniera sempre più marcata la forte impronta di gioco del suo allenatore Maurizio Sarri, iniziando sempre la manovra partendo dal basso.
Iniziamo con una giocata particolare: il difensore Leonardo Bonucci in seguito al calcio d’inizio, se battuto ovviamente dai bianconeri, riceve immediatamente un retropassaggio e di prima intenzione si appresta ad effettuare un lancio lungo verso i propri attaccanti, con il tentativo di sorprendere sin dai primi attimi la difesa neroazzurra.
La costruzione si è basata su una fitta trama di passaggi nella quale veniva coinvolto anche il portiere, che si concludeva poi con la ricerca di uno dei due terzini, in particolare Alex Sandro sulla fascia sinistra che ha creato più di un problema ai giocatori della squadra milanese. Il terzino brasiliano tentava o la giocata individuale in velocità o sulla medesima fascia attendeva che Cristiano Ronaldo venisse incontro per affidargli la palla e creare triangoli sul lato con conseguente serie di passaggi rapidi sul corto.
Durante la partita è stato possibile apprezzare che i due esterni Douglas Costa e Cristiano Ronaldo avevano libertà di spaziare sulle fasce e di scambiare la loro posizione, senza alcun vincolo relativamente alla corsia di pertinenza, spostamento che ha creato più di un problema ai difensori dell’Inter che non avevano punti di riferimento nella fase di copertura.
La squadra di Sarri nella prima parte di gara è arrivata alla conclusione 9 volte, centrando 3 volte lo specchio, il maggior numero di occasioni sono state create dal numero 7 portoghese.
Nei primi dieci minuti del secondo tempo Alex Sandro attorno al 54’ in seguito ad una palla che ristagna nella metà campo difensiva dell’Inter, in possesso della palla sulla fascia sinistra attende l’inserimento di uno dei centrocampisti, in questo caso Matuidi, che arriva puntuale mette la palla in mezzo con un passaggio basso e in maniera rocambolesca Ramsey riesce ad insaccare la palla in rete battendo Handanovic da pochi metri e passando sotto le gambe di De Vrij.
Al minuto 59’ esce dopo un’ottima prestazione Douglas Costa, lasciando il suo posto a Paulo Dybala che nella scacchiera juventina va ad occupare teoricamente la stessa posizione dell’esterno brasiliano, ma invece di agire sulle fasce La Joya spazia nella zona perimetrale all’area di rigore interista. Al minuto 66’ Bentancur, in seguito ad una palla recuperata e consegnatagli da CR7, con un tracciante di collo esterno pesca Dybala in corsa sulla fascia destra, che aggancia la palla alla perfezione rientrando e allo stesso tempo mettendo fuori gioco Young in copertura su di lui; si accentra fraseggia nello stretto con Ramsey che gli riconsegna la palla all’interno dell’area, l’argentino supera nuovamente Young con il primo controllo e calcia di esterno sinistro battendo Handanovic, chiudendo di fatto la partita sul 2 a 0.
INTER
FASE DI POSSESSO
In questa fase l’Inter durante la gara di ieri sera si organizzava con un sistema di gioco riassumibile con un 1-3-1-4-2; con i tre difensori centrali sulla stessa linea, Brozovic che si staccava dai centrocampisti per supportare la difesa in fase di costruzione, a centrocampo da sinistra verso destra Young, Barella, Vecino, Candreva ed infine la coppia d’attacco Lukaku-Martinez.
La fase di possesso neroazzurra si basa su l’imbastitura dell’azione attraverso costruzione dal basso, infatti i primi a giocare la sfera sono i difensori centrali che scambiano palla tra loro e con Brozovic che si abbassava in posizione di playmaker basso davanti la difesa creando il collante tra difesa e attaccao. Il difensore che conduce la costruzione tra De Vrij, Skriniar e Bastoni è proprio quest’ultimo; l’italiano in grande ascesa nelle gerarchie di Antonio Conte garantendo ottime prestazioni sia in fase di copertura che in fase offensiva dove partecipa spesso come detto in precedenza uscendo spesso palla al piede con grande disinvoltura, concludendo la costruzione o innescando un centrocampista centrale o con un cambio di gioco anche se molto raro alla ricerca dell’esterno di centrocampo del lato opposto, ovvero Antonio Candreva.
La manovra si è svolta nel primo tempo principalmente sulla fascia sinistra sfruttando le caratteristiche tecnico-fisiche di Ashley Young, ben contenuto dal terzino colombiano della Juventus Cuadrado.
Durante la seconda metà del primo tempo l’Inter sale in cattedra pressando la Juventus, concludendo la prima parte di gara con 10 tiri che purtroppo non impensieriscono più di tanto i bianconeri in quanto le conclusioni arrivano maggiormente della distanza, a causa del poco spazio concesso dagli avversari all’interno dell’area.
Nel secondo tempo la costruzione della squadra del biscione manca di precisione e costanza a causa dell’intensità messa in atto dagli avversari; Conte pur provando ad inserire Gagliardini, Sanchez ed Eriksen (ancora una volta grande escluso tra i titolari) non è riuscito a risollevare le sorti dei milanesi che perdono il derby d’Italia.
ANALISI DEI GOL - VIDEO
FASE DI NON POSSESSO JUVENTUS - INTER
La fase di non possesso di entrambe le squadre la possiamo definire “speculare” in quanto, hanno puntato nella fase successiva alla perdita di palla a portare un’immediata e forte pressione, nel tentativo di disturbare la ricostruzione avversaria, sino a portare il pressing con il giocatore più vicino all’azione per rubare palla e ripartire.
Naturalmente le differenze le troviamo nei differenti schieramenti; la Juve infatti in non possesso si schiera con un 1-4-4-2 con uno tra Douglas Costa e Cristiano Ronaldo che si abbassa sulla linea dei centrocampisti, anche i due giocatori del reparto avanzato rimanenti quindi uno tra i due appena nominati ed Higuain partecipano alla manovra di disturbo/recupero palla.
L’Inter invece in questa fase predilige lo schieramento 1-4-1-3-2 con uno degli esterni di centrocampo che scende sulla linea dei difensori nella maggior parte dei casi l’inglese Ashley Young che va a ricoprire la posizione di terzino sinistro aggiunto (ruolo che ricopriva regolarmente nel Manchester United), Brozovic davanti la difesa, Barella-Vecino-Candreva poco più avanzati e Lukaku-Martinez ad infastidire per primi l’imbastitura degli avversari.
UOMO PARTITA – PAULO DYBALA “LA JOYA”
Per noi Paulo Dybala nominato Uomo partita non solo per il gol effettuato che ha ipotecato la vittoria nel derby d’Italia con una bellissima conclusione che ha sugellato una splendida azione innescata da un ottimo lancio di Bentancur, ma in quanto ha dimostrato di essere un giocatore geniale in quanto pur entrando dalla panchina, a gara in corso, ha saputo portare la sua freschezza la sua Garra argentina, interpretando al meglio i minuti concessigli dall’allenatore; inoltre dal suo ingresso la Juventus ha assunto un atteggiamento nettamente più offensivo e si è resa pericolosa, mettendo l’Inter sotto scacco. Inoltre Dybala sulla fascia destra, con la possibilità di accentrarsi e di spaziare come lui sa fare, si dimostra un’arma in più facendo cose a velocità e con tecnica che pochi al mondo possono permettersi di fare.
Alessandro Imbrogno - Domenico Scognamiglio
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