Operazione "Farmabusiness" Calabria senza pace al centro dell'attenzione mediatica
Cronaca Calabria Catanzaro

Operazione "Farmabusiness" Calabria senza pace al centro dell'attenzione mediatica

giovedì 19 novembre, 2020

Calabria senza pace, arrestato presidente Consiglio. Presunti rapporti con cosca. E ancora si cerca Commissario sanità
CATANZARO, 19 NOV - Calabria senza pace e sempre più al centro dell'attenzione mediatica. Dopo la morte prematura della presidente Jole Santelli e le vicende ancora non risolte riguardanti la sanità, arriva oggi la nuova tegola dell'arresto del presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, di 68 anni, di Forza Italia, per il quale sono stati disposti i domiciliari.

Nell'operazione, denominata "Farmabusiness", che ha portato all'arresto di Tallini, coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dai carabinieri dei Comandi provinciali del capoluogo calabrese e di Crotone, sono rimaste coinvolte, complessivamente, 19 persone. Sono accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. Secondo la Dda, Tallini avrebbe avuto rapporti con la cosca Grande Aracri di Cutro, nota per le sue spiccate capacità imprenditoriali sviluppate soprattutto in Emilia Romagna.

Secondo l'accusa, i rapporti di Domenico Tallini con la cosca Grande Aracri avrebbero riguardato, in particolare, la costituzione di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all'ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, due in Puglia e una in Emilia Romagna). Tallini avrebbe fornito supporto alla cosca, specie nella fase di avvio del progetto, ed il suo intervento, secondo quanto riferito dai carabinieri, sarebbe stato ricambiato anche con il sostegno da parte della cosca alle elezioni regionali del novembre 2014. Tallini, secondo l'accusa, avrebbe anche imposto l'assunzione del figlio nella società costituita in accordo con i Grande Aracri.

Il contributo di Tallini sarebbe stato decisivo per favorire e accelerare l'iter burocratico inziale per ottenere le necessarie autorizzazioni per la costituzione della società per la distribuzione di medicinali. "È stata indagata - ha detto in conferenza stampa il procuratore Gratteri - una famiglia di 'ndrangheta di serie A, il cui capostipite è Nicolino Grande Aracri. Una famiglia che ha interessenze in Emilia Romagna, oltre che in tutto il crotonese, fino ad arrivare a Catanzaro".

Per il procuratore vicario, Vincenzo Capomolla, "é emerso uno spaccato del carattere tentacolare della famiglia Grande Aracri, con la capacità pervasiva di condizionare grandi settori dell'imprenditoria, delle professioni e anche del mondo istituzionale e politico, in questo caso in particolare del circondario di Catanzaro". Una netta presa di distanza rispetto all'arresto di Tallini é arrivata dal presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì. "Non poteva esserci - ha detto Spirlì - notizia peggiore.

Siamo garantisti, ma le accuse che arrivano da Gratteri sono forti. Pur rimanendo della convinzione che ognuno abbia diritto a provare la propria innocenza, restiamo in attesa che questa venga provata e che tutto possa finire. Tallini non è del mio partito, è stato uno dei più grandi oppositori della Lega in campagna elettorale.

I nostri erano rapporti formali e istituzionali e questi rapporti si rispettano. La Calabria non meritava quest'altra sberla. Tallini e io ci siamo sopportati per tutto questo tempo, ma non abbiamo mai avuto grandi rapporti personali". Intanto, un'altra notizia negativa per la Calabria arriva con la conferma anche in sede collegiale da parte del Tar del Lazio della legittimità della decisione di inserire la regione nelle "zone rosse".


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