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SOVERATO (CZ), 26 FEBBRAIO 2016 - Il bisettimanale di InfoOggi GrooveOn torna puntuale per consigliarvi delle band emergenti e le loro recenti uscite discografiche nel nostro panorama musicale. Le mini recensioni di Brief On non hanno il fine di giudicare il lavoro delle band ma hanno il solo obiettivo di stuzzicare la vostra curiosità.
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Jenny Penny Full – Eos (Vaggimal Records)
La raffinatezza e l'eleganza sono i cardini dentro cui si muove Eos, l'album di debutto di Jenny Penny Full. Ci troviamo di fronte ad un lavoro ben confezionato in tutti suoi aspetti: gli arrangiamenti dinamicamente efficaci tra post-rock e trip-hop sono affiancati della vocalità cristallina e che da un tocco etereo alla composizione dei brani. Ma la caratteristica principale del primo album della band veronese è quella di dare senso ed importanza ai silenzi all'interno delle proprie canzoni. Infatti, Eos è un disco che sa rimanere al suo posto, in sottofondo, in modo veramente discreto ma sa anche prendere la parola portandosi in piano piano e affascinando con ogni sua nota.
Volvér – Octopus
Arriva dagli anni '70 ma non ha paura di affrontare un pubblico del 2016, Octopus è il primo album dei Volvér e condensa le molteplici influenze musicale dei quattro musicisti. Il protagonista di questo lavoro è un vintage sound dal sapore internazione che ritorna e, nel rimodernarsi, assume sfumature particolarmente gradevoli all'orecchio anche, e soprattutto, nelle sue digressioni strumentali. I Volvér sono anche appassionati di cinema e forse per questo Octopus riesce ad essere facilmente ascoltabile dal grande pubblico, pur mantenendo una certa complessità dovuta ai vari salti di genere in genere. Un album senza tempo e senza spazio, piuttosto maturo per essere un esordio e talmente ben confezionato da incrementare l'aspettativa per l'ennesima band pronta ad emergere.
Venus In Furs – Carnival (Phonarchia Dischi)
La band pisana torna con Carnival e le sue undici tracce di rock incendiario prodotte con una notevole cura per i dettagli. I Venus In Furs ci propongono un concentrato di energia, di testi da urlare, di groove tesi e di sound americano in un disco che conferma la potenza espressiva e musicale di questo power trio e rilanciandolo nel panorama musicale alternativo italiano. I testi sono ben scritti, attuali, di immediata comprensione ed efficacemente cantati su ritmi incessanti. Senza andare alla ricerca di chissà quale artista estero di nicchia, ci si potrebbe soffermare di più sulle nostre regioni, andare a vedere i concerti di gruppi come i Venus In Furs e mettersi in macchina album come Carnival.
Music For Eleven Instruments – At the Moonshine Park with an Imaginary Orchestra (Dead Pop Opera)
Con tanta leggerezza e ancor di più fantasia questa piccola orchestra ci regala un album di alto grado stilistico. Senza legarsi in particolar modo con un genere determinato, ma viaggiando e lasciandosi trasportare dal momento, At the Moonshine Park with an Imaginary Orchestra si estende per più di mezzora tra sperimentazioni ed innesti strumentali mantenendo sempre un'indole pop. Parlando di strane creature frutto della fantasia del musicista siciliano Salvatore Sultano i Music For Eleven Instrument intrecciano le diverse timbriche dei loro strumenti arrivando ad un risultato di pregevole fattura potenzialmente capace di affascinare anche fuori dai nostri confini nazionali.
Federico Laratta
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