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SARAJEVO, 8 FEBBRAIO 2014 – La Bosnia è ancora sotto shock per le proteste anti-governative dilagate nei giorni scorsi contro la crisi economica e la disoccupazione (stimata al 27 %), le più massicce dalla fine della guerra dei Balcani.
I tumulti sono partiti da Tuzla, nel nord del Paese, dopo il licenziamento di 200 operai (in città la disoccupazione è già al 40 %), per poi estendersi in altre 33 città bosniache. I manifestanti hanno attaccato e incendiato i palazzi governativi di Tuzla, Sarajevo e Zenica.
Ieri a Sarajevo la sede del governo cantonale è stata interamente distrutta dalle fiamme all'interno.[MORE]
Sono oltre 200 i feriti dei violenti scontri di ieri solo a Sarajevo, più della metà poliziotti, di cui una quindicina sono ricoverati in gravi condizioni; ma ancora nessuna autorità ha provato a fare le stime dei danni provocati dalla dura protesta sociale.
Per Bakir Izetbegovic, l'esponente musulmano della presidenza tripartita bosniaca, «la violenza non è una soluzione, ma almeno obbligherà i politici ad affrontare più seriamente la situazione nel Paese».
(Foto: internazionale.it)
Domenico Carelli