Bologna, Pastificio Corticella: nuovo sciopero contro chiusura e trasferimenti
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BOLOGNA, 28 OTTOBRE - Oggi i lavoratori dell'ex Pastificio di Corticella incroceranno le braccia per 8 ore. Continua quindi la mobilitazione dei lavoratori dello storico stabilimento bolognese contro i trasferimenti ordinati per lettera dall’azienda a 46 dipendenti. In quella lettera è segnato il destino di 46 famiglie, a cui si chiede di modificare e stravolgere la propria vita familiare e personale fuori dalla propria città, regione o provincia.[MORE]
Durante un precedente incontro con le organizzazioni sindacali, l’impresa ha ribadito il termine di trasferimento: dal primo dicembre i 46 lavoratori che hanno ricevuto la lettera dovranno trasferirsi in uno degli altri stabilimenti del gruppo.
La situazione, dopo mesi di protesta, non cambia: è sempre di muro contro muro. Il sindacato della Flai-Cgil è decisa a intraprendere azioni legali contro la decisione aziendale: nel 2007 la Newlat Group assorbì la Corticella e firmò al tavolo provinciale un accordo con le parti sociali, che prevedeva la riduzione del personale e, in un secondo momento, la chiusura del vecchio stabilimento e la costruzione di una nuova fabbrica, sempre a Bologna. Da allora, si lamenta il sindacato, non è stato presentato nessun progetto concreto per il nuovo sito industriale. A settembre, però, sono state recapitate ai 46 dipendenti le lettere di trasferimento nelle altre sedi del gruppo (che conta stabilimenti in tutta Italia. Rimane quindi la paura che l’azienda voglia chiudere definitivamente lo stabilimento di via Corticella.
La protesta dei lavoratori contro la chiusura dello stabilimento bolognese sarà organizzata, riferisce in una nota la Flai-Cgil, "Contro la decisione di chiudere lo stabilimento per poter vendere l'area su cui è situato, con l'obiettivo di speculare indisturbatamente su un affare di milioni di euro che ricaverebbe dalla sua trasformazione in area urbana edificabile".
Il sindacato giudica “Inaccettabile l'atteggiamento aziendale di totale chiusura al dialogo” che esclude qualsiasi prospettiva per i lavoratori. In particolare per i i 47 dipendenti del pastificio che “hanno sulla testa una lettera di trasferimento in tutti gli altri stabilimenti d'Italia. E' vergognoso che Newlat non dia garanzie vere e riscontrabili sulle intenzioni di un nuovo investimento come previsto nel 2007”. Nella nota il sindacato Flai-Cgil precisa che “Il pastificio ed il molino a marchio Corticella non possono essere chiusi per il valore storico e caratterizzante della pasta di Bologna ed e' necessario ed imprescindibile aprire un confronto senza i trasferimenti come ostaggio tra Azienda e Sindacato!”.
Viene così proclamato, per oggi, uno sciopero di 8 ore per turno (dalle 6 di domani alle 6 di venerdì) ed un presidio, dalle 13, davanti alla sede di Unindustria. “E' estremamente urgente la ripresa del confronto in sede istituzionale e – conclude il sindacato nella nota - il ritiro dei trasferimenti”. Il sindacato denuncia il "ricatto “contro i dipendenti, minacciati di trasferimento in altri stabilimenti a partire da dicembre, da un'azienda che si rifiuta di applicare gli accordi, anzi li disdetta".
Lo scorso 17 Ottobre, l'amministratore delegato e presidente del gruppo Angelo Mastrolia, ha inviato a tutti i dipendenti una lettera in cui, secondo i lavoratori, non viene presa una chiara posizione sulla realizzazione del nuovo sito industriale a Bologna.
Nella lettera, l'amministratore “chiede la piena collaborazione di istituzioni, sindacati e lavoratori per siglare un accordo”, così da dare il via alla valorizzazione dell'area occupata dalla Corticella.
Si impegna inoltre ”a investire nella costruzione di una nuova fabbrica l'intero ricavato della vendita dei terreni”.
Nella lettera, l'ad Mastrolia si è dichiarato disponibile nel valutare eventuali "strumenti alternativi al trasferimento" per i lavoratori, a patto che non vi sia un "uso scorretto delle risorse pubbliche", cioè niente cassa integrazione. Grande preoccupazione per i trasferimenti annunciati: la paura principale è che molti dipendenti preferiranno le dimissioni al trasferimento, non potendo così del diritto di usufruire degli ammortizzatori sociali.
I lavoratori della Newlat-Corticella annunciano altre otto ore di sciopero per impedire la chiusura dello stabilimento e salvare 60 posti di lavoro. "In questo caso – precisa la Flai-Cgil - non c'è nessuna crisi industriale: la 'Newlat-Corticella' produce alimenti e pasta dal 1948 e ha la piena possibilità di continuare, pur nelle difficoltà della crisi economica generale, la sua attività industriale".
Conclude così la nota: “Nonostante la fallimentare gestione della proprietà non vi sono ragioni plausibili che giustifichino la chiusura totale del pastificio”.
Un altro sciopero è stato proclamato.
Sabrina Brandone