Bologna, al Lazzaretto 40 mila euro. Ronchi, "assessore punk", apre ai centri sociali

Noemi La Barbera
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BOLOGNA, 30 SETTEMBRE – Bologna riapre ai centri sociali. La notizia ha in sé qualcosa di epocale. Persino nella rossa Bologna. Persino in una città da sempre caratterizzata da un forte underground di movimenti e associazioni. Perché Bologna tale non lo era più: troppe lotte, nell’epoca dello “sceriffo” Cofferati, avevano stravolto quell’aspetto dell’identità cittadina.[MORE]

Ma “il passato non conta più”. La pensa così l’assessore alla Cultura Alberto Ronchi, complice del vento di novità che sta soffiando su Bologna, almeno su questo versante. La giunta Merola è intenzionata a normalizzare i rapporti con queste realtà, sulla base di poche regole condivise.

Ne è la prova la delibera approvata ieri che concede all'associazione Nuovo Lazzaretto un casolare gratis per cinque anni, più 40mila euro di contributi arrivati dalla Regione. Ronchi ne è certo: "Lavorano bene. Fanno concerti punk, che a me piacciono molto – scherza – e hanno sempre cercato un confronto con le amministrazioni".

Iniziativa isolata? Altro ché. L’idea di un evento rock epocale da consegnare alle giovani generazioni – “come noi – ha ricordato l’assessore – abbiamo avuto 30 anni fa il concerto dei Clash" Ronchi l’ha già lanciata. E poi, ci sono i lavori per trasformare il Parco Nord in un centro per la movida giovanile, e l’impegno per i centri sociali: "Non pensiamo a come sono nati – ha aggiunto Ronchi – ma a come lavorano oggi". Parole che irritano il leghista Manes Bernardini che accusa la giunta di fare “regali agli amici degli amici".

L’ “assessore punk” ora guarda anche al Link o al Covo, "che è tutto fuorché un centro sociale: Il Covo produce cultura. È stato il primo locale a ospitare Franz Ferdinald, eppure io sono il primo assessore alla Cultura che hanno incontrato. È normale?".

Noemi La Barbera

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Scritto da Noemi La Barbera

Giornalista di InfoOggi

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