Bimbo di Padova affidato al padre, il Coisp: "Aspettiamo le scuse di Manganelli ai Poliziotti"
Cronaca Lazio

Bimbo di Padova affidato al padre, il Coisp: "Aspettiamo le scuse di Manganelli ai Poliziotti"

domenica 14 ottobre, 2012

Coisp: Bimbo di Padova affidato al padre, il Coisp: “Aspettiamo le scuse di Manganelli ai Poliziotti. Ha tradito il suo ruolo ed oltretutto ha parlato a loro nome senza avere titolo per rappresentarli!”

Roma 14 ottobre 2012 - “Aspettiamo che al più presto il Capo della Polizia si scusi con i Poliziotti. Che si scusi con i colleghi di Padova, lasciati in balìa della disinformazione, dell’ignoranza, della strumentalizzazione e della squallida spettacolarizzazione di drammi e sentimenti. Aspettiamo che si scusi perchè, con un atteggiamento privo di ogni senso di responsabilità o che salvasse almeno l’apparenza di saper rivestire con autorevolezza il ruolo che spetta alla presunta guida di un Corpo come la Polizia, ha servito le loro teste su un vassoio presentato al cospetto di una politica sempre più famelica di consensi guadagnati con l’ipocrisia e la menzogna. Aspettiamo che si scusi con tutti gli Uomini e le Donne della Polizia di Stato per essersi arrogato il diritto di parlare a loro nome senza avere alcun ‘mandato’ e, soprattutto, senza rappresentare il loro vero sentire in tutta questa vergognosa bufera che li ha travolti un po’ tutti, emotivamente e mediaticamente”. [MORE]

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, torna a farsi sentire a proposito dell’intervento della Polizia a fianco di medici ed assistenti sociali per dare esecuzione ad un provvedimento giudiziario con il quale è stato stabilito il definitivo allontanamento del bambino di Padova di 10 anni dalla madre, cui la magistratura ha tolto ogni potestà, per l’affidamento esclusivo al padre ed il collocamento in una comunità protetta. Una vicenda divenuta un caso mediatico dopo che la zia del minore ha divulgato in televisione il video che lei stessa ha girato con il telefonino al momento dell’intervento dell’equipe, costellato di urla e improperi all’indirizzo degli Operatori e del padre del bambino rei, secondo i parenti della madre, di aver usato la forza per portare via il minorenne che si rifiutava di seguirli. Da subito il Coisp è insorto contro le scuse frettolosamente porte dal Capo della Polizia, Antonio Manganelli, ai familiari del bambino, e reiterate l’indomani dal Sottosegretario all’Interno, Carlo De Stefano, durante l’audizione al Parlamento, per via delle modalità dell’intervento dei Poliziotti, presenti sul posto per decisione dell’autorità giudiziaria, soprattutto alla luce del fatto che numerose volte, nel passato, non si era riusciti a dare esecuzione al provvedimento di allontanamento dalla madre. Il tutto a dispetto di un atteggiamento assai cauto del Ministro Annamaria Cancellieri che, ribadendo che gli Operatori di Polizia sono dotati della professionalità necessaria per svolgere il proprio ruolo, ha comunque condiviso i sentimenti scatenati dalla drammaticità di una vicenda in cui la triste storia di un bambino è diventata impropriamente argomento pubblico, sottolineando che non sempre la verità è quella che appare da poche immagini parziali, e che spetta a chi di competenza muovere critiche e rimproveri ma solo se profondi e seri accertamenti dimostrino che qualcuno ha sbagliato.

“Noi - aggiunge ora Maccari -, che invece rappresentiamo migliaia di Poliziotti perché sono stati loro a darci questa facoltà, sappiamo che nella mente di chi ogni giorno si misura con drammi piccoli e grandi, e con la delicatezza ed al contempo la brutalità di un lavoro che non può immaginare chi non lo fa, e che è sempre e comunque anche figlio, coniuge e genitore, non c’è più alcun dubbio in merito a tutta questa vicenda in cui, incredibilmente, quelli contro i quali si punta il dito sono colleghi di Padova… In verità la lista dei comportamenti deprecabili dei protagonisti di questa storia, e soprattutto dei censori che si affrettano a sputare sentenze senza avere idea di come stiano le cose è davvero lunga… e c’è da non credere che comprenda anche il Capo della Polizia. Ci sarebbe stato un disperato bisogno di fare chiarezza, di essere fermi e seri e di spiegare le cose ad un pubblico ingiustamente ed irresponsabilmente trascinato in un marasma di emotività e di pericolosi equivoci, senza pietire un perdono preventivo di cui non c’è in verità alcun bisogno. Fra le accuse e l’isteria di qualche parlamentare che ci tiene molto a far sapere che è in grado di alzare il telefono e richiamare all’ordine il Ministro dell’Interno, e nel silenzio assordante di magistratura ed assistenti sociali che avrebbero potuto contribuire a fare rapidamente chiarezza, abbiamo potuto apprezzare solo il lodevole intervento del Questore di Padova, asciutto, equilibrato, cristallino. Ed è impossibile non notare la discrasia con il comportamento tenuto da Manganelli…”.

“A LUI - aggiunge il Segretario del Coisp - non è importato presentare troppo affrettate scuse che hanno solo leso gravemente l’immagine della Polizia facendola apparire come un gruppo di incompetenti allo sbaraglio che fanno un po’ come gli pare, invece che chiarire senza se e senza ma che si tratta di Uomini e Donne votati al servizio dei cittadini, che eseguono ordini con coraggio e professionalità, che mettono cuore testa e anima in ciò che fanno e che non si tirano mai indietro anche quando c’è da assolvere ad un compito duro, drammatico e terribile come è allontanare un bambino da un genitore. Che collaborano fedelmente con l’Autorità giudiziaria, rispondendo poi però sistematicamente in prima persona di tutto ciò che fanno, anche per ordine di qualcun altro. A LUI non è importato di sputar fuori in giudizio insindacabile sui colleghi ai quali, ormai, è stato fatto un danno irrimediabile. Certo, qualcuno dirà che il vero atroce danno in tutta questa vicenda lo ha subito un bambino innocente, ed è vero. E’ drammaticamente vero, e non è colpa certamente dei Poliziotti.

Ma noi - conclude Maccari – non possiamo tacere di fronte all’ingiustizia subita non certo per un video girato con un telefonino che non avrebbe mai dovuto sortire l’effetto che ha avuto, ma per il comportamento vergognoso di chi dispone del nostro lavoro e dei nostri compiti, di chi dovrebbe guidarci, tenerci uniti, motivarci, sostenerci, rappresentarci di fonte al Paese, il comportamento di chi è sulla carta il Capo della Polizia ma non è mai stato così lontano dall’essere il Capo dei Poliziotti. Quei Poliziotti che adesso hanno diritto alle sue scuse”.


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