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ROMA, 11 APRILE 2012 - Senso unico, eccetto per le biciclette. È questa, in sostanza, l'idea della Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) accolta favorevolmente dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ad una lettura superficiale, tuttavia, si potrebbe pensare che da oggi in poi le biciclette potranno circolare “contromano” nelle strade che prevedono una circolazione a senso unico. Le cose non stanno esattamente così.
La richiesta della Fiab e la risposta positiva del ministero, di cui si sta discutendo in questi giorni e che ha provocato parecchie incomprensioni e fraintendimenti, non consente affatto alle biciclette di circolare contromano, ma si limita a sancire che, in determinate condizioni, è possibile attuare quello che viene definito un “doppio senso limitato”. Le strade a doppio senso limitato sono tratti stradali nei quali una parte della carreggiata è riservata al senso unico di tutti i veicoli, mentre un'altra parte, con senso di marcia opposto, è riservata ad una categoria di veicoli, in questo caso alle biciclette. Quindi, è come se fosse una strada a doppio senso (ma non lo è, poiché le strade a doppio senso devono avere una larghezza minima di 5.5 metri) nella quale un senso è riservato solo alle biciclette.[MORE]
Tutto comincia lo scorso ottobre, quando l'ingegnere Enrico Chiarini, esperto di mobilità ciclabile, invia al ministero la richiesta (resa disponibile sul sito internet della Fiab) di un parere tecnico in merito ad una possibile soluzione per favorire la circolazione ciclistica nelle strade cittadine a senso unico la cui carreggiata è inferiore ai limiti di legge previsti per le strade a doppio senso (5,5 metri). Secondo Chiarini, per questa tipologia di strade è possibile prevedere una doppia corsia, se una delle due è riservata a veicoli poco ingombranti. Affinché la creazione del “doppio senso limitato” vada in favore della mobilità ciclabile e dell'incentivo all'utilizzo della bicicletta, si può limitare la circolazione nel senso inverso solo alle biciclette.
Alla fine di dicembre arriva la risposta del ministero, il quale ritiene che laddove non sia possibile creare delle vere e proprie piste ciclabili, «appare ammissibile realizzare percorsi promiscui limitando il transito in senso opposto ai soli velocipedi». Ovviamente la presenza del doppio senso limitato riservato alle biciclette dovrà prevedere un'apposita segnaletica stradale. In più, ciò risulta fattibile solo a determinate condizioni, cioè in presenza di carreggiate non inferiori a 4,25 metri (2,75 per la corsia principale aperta a tutti i veicoli, più 1,5 per la corsia riservata solo ai ciclisti), su strade con velocità limitata a 30 km/h e laddove sia vietato il traffico di veicoli pesanti. Nella corsia riservata ai ciclisti, naturalmente, sarà vietata la sosta dei veicoli.
In definitiva, per le biciclette il divieto di andare “contromano” resta attivo. Tuttavia, nelle strade che lo consentono, sarà possibile creare una corsia riservata ai ciclisti. Come specificato in una nota del ministero, il quale non ha varato una norma generale, ma ha solo fornito un parere tecnico sull'argomento, la realizzazione del doppio senso limitato spetta ai singoli Comuni, che valuteranno di volta in volta la fattibilità e provvederanno ad apporre la segnaletica opportuna. La stessa precisazione arriva anche dalla Fiab: «nessuno permette (o vuol permettere) ai ciclisti di andare contromano (che sarebbe a sinistra in Italia e viceversa a Londra) – scrive l'associazione in una nota - ma si è data l'opportunità piuttosto di permettere ai ciclisti la percorrenza di alcuni sensi unici nella direzione opposta a quella prescritta per gli autoveicoli».
Serena Casu