Berlusconi a Lavitola: "La gente non conta un cazzo"
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Berlusconi a Lavitola: "La gente non conta un cazzo"

lunedì 17 ottobre, 2011

ROMA, 17 OTTOBRE 2011 – A distanza di pochi giorni dalla rinnovata fiducia strappata da Berlusconi nell'aula della Camera, spunta una nuova intercettazione telefonica che fa gelare il sangue al Presidente del Consiglio.[MORE]

È l'autunno del 2009, il Premier si trova in un mare montante di scandali e accuse a suo carico. Nell'intercettazione si acolta la voce di Berlusconi che parla al telefono con il direttore dell'Avanti Valter Lavitola. I due discutono di Lodo Alfano, raccomandazioni alla Guardia di Finanza e di soldi ai giornali. Poi la telefonata degenera e il Presidente del Consiglio prende le redini della discussione. Un confronto tra antichi amici-nemici in cui Silvio Berlusconi si lascia sfuggire una mitragliata di dichiarazioni scioccanti che riescono ad ammutolire persino il faccendiere di Finmeccanica.

L'intercettazione è stata recuperata dagli atti del processo per l'inchiesta di Pescara sui fondi dell'Avanti, di cui Lavitola era direttore. In una telefonata datata 20 Ottobre 2009, Berlusconi attacca i giudici di sinistra, si lamenta della stampa estera e critica le istituzioni italiane. “La gente non conta un cazzo, il Parlamento non conta un cazzo". È con questi due assiomi che il Premier apre la telefonata con Lavitola, mentre il resto del discorso fa da corollario all'iniziale idea di fondo. Il Premier non perde poi l'occasione per condire il sermone con la solita minestra riscaldata. “Siamo nelle mani dei giudici di sinistra, sia nel penale che nel civile, che si appoggiano a Repubblica e a tutti i giornali di sinistra, e alla stampa estera”.

Una volta smaltita la bile più acida, Berlusconi termina il suo monologo con una dichiarazione di guerra alla nazione in cui si augura di riuscire a scatenare una rivoluzione in grande stile per sovvertire l'ordine costituito. “Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di giustizia di Milano, assediamo Repubblica”.

Questa è solo una parte delle confessioni private tra i due, che avrebbero proseguito la discussione durante le altre 4 telefonate intercettate dalla polizia in un periodo compreso tra il 20 e il 30 Ottobre di due anni fa.

Oltre ad indebolire lo sforzo del governo di strigere la morsa sulle intercettazioni, la pubblicazione
delle telefonate shock tra Berlusconi e Lavitola va a confermare lo strettissimo rapporto tra il Premier e il giornalista-faccendiere, sempre così ben accolto a Palazzo Grazioli.

Per il momento a Berlusconi non rimane che attendere il verdetto del mondo politico e confidare nella clemenza degli italiani, che ormai sembrano aver sviluppato una sorta di assuefazione nei confronti di simili manifestazioni anticostituzionali.

Riccardo Marcucci


 


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