Bce: Eurozona fuori recessione. In Italia rischi sull'obiettivo deficit 2013
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MILANO, 12 SETTEMBRE 2013 – Non si discosta dalle altre conclusioni riguardo allo stato di salute dell’economia dei Paesi dell’area euro e – per quanto ci riguarda – dell’Italia, il bollettino mensile della Bce, diffuso questa mattina: l'Eurozona è uscita dalla recessione nel secondo trimestre e per i rimanenti mesi del 2013. Inoltre, per tutto il 2014, gli economisti si attendono una lenta ripresa del prodotto interno lordo.
EUROZONA - Si legge nel documento della Bce: «Dopo sei trimestri con il segno negativo, nel secondo trimestre del 2013 la crescita del Pil in termini reali nell'area dell'euro ha registrato lo 0,3% sul periodo precedente. Tale incremento è in parte riconducibile a effetti transitori connessi alle condizioni meteorologiche nella prima metà di quest'anno. Da allora gli indicatori del clima di fiducia basati sulle indagini congiunturali fino ad agosto mostrano un ulteriore miglioramento a partire da bassi livelli, confermando nel complesso le precedenti aspettative del Consiglio direttivo circa una graduale ripresa dell'economia. Per i restanti mesi del 2013 e il prossimo anno ci si attende, in linea con lo scenario di base, un lento recupero del prodotto, soprattutto sulla scorta di un progressivo miglioramento della domanda interna sostenuta dell'orientamento accomodante della politica monetaria».
ITALIA - Il bollettino della Bce, per quanto concerne lo stato di salute della nostra economia, sottolinea: «In Italia le informazioni preliminari sull'esecuzione del bilancio dello Stato in base ai dati di cassa fino a luglio 2013 indicano un fabbisogno finanziario cumulato di 51 miliardi di euro (3,3% del pil), in aumento da quasi 28 miliardi (1,8% del Pil) nello stesso periodo del 2012. Il peggioramento, dovuto soprattutto all'erogazione di sostegno al settore finanziario e al rimborso di arretrati, mette in risalto i rischi crescenti per il conseguimento dell'obiettivo di disavanzo delle amministrazioni pubbliche nel 2013 (2,9% del Pil)». È quanto si legge nel paragrafo dedicato all'Italia del bollettino mensile Bce di settembre in cui vengono ricordate le principali decisioni in politica economia dell'esecutivo, inclusa la sospensione dell'Imu. «In agosto - prosegue il bollettino - il governo ha annunciato, per l'anno in corso, l'abolizione della prima rata dell'imposta sulle abitazioni principali di proprietà. Il mancato gettito (pari a 2,4 miliardi di euro circa, ossia lo 0,1 per cento del Pil) sarà compensato mediante un contenimento della spesa e maggiori entrate. Sempre in agosto il Parlamento ha deciso di rinviare di tre mesi, al 10 ottobre, l'aumento di 1 punto percentuale dell'aliquota ordinaria dell'Iva. Le inferiori entrate dovute a tale rinvio saranno bilanciate da maggiori accise su alcuni prodotti e da imposte dirette temporaneamente più elevate. Infine, è stato convertito in legge il "Decreto del fare", che prevede una serie di misure intese ad accrescere gli investimenti in infrastrutture, semplificare le procedure burocratiche, aumentare il credito alle imprese (soprattutto alle piccole e medie imprese) e migliorare l'efficienza della giustizia civile».
POLITICA MONETARIA ANCORA ACCOMODANTE – Ritornando alle decisioni della settimana scorsa, in cui, il Consiglio direttivo di Francoforte ha deciso di mantenere i tassi sul costo del denaro invariato, nel Bollettino si conferma – anche per il prossimo futuro – lo stesso atteggiamento. In particolare la Bce conferma «di attendersi che i tassi di interesse di riferimento della Bce rimangano su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo. tale aspettativa continua a fondarsi su prospettive invariate di inflazione nel complesso moderate estese al medio termine, tenuto conto della debolezza generalizzata dell'economia e della dinamica monetaria contenuta. Nel prossimo periodo il consiglio direttivo seguirà tutte le nuove informazioni sugli andamenti economici e monetari e valuterà l'eventuale impatto sulle prospettive per la stabilita' dei prezzi nel medio termine».
(Fonte: Bollettino mensile BCE settembre 2013)
Rosy Merola [MORE]