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MILANO, 03 MAGGIO 2012- A nulla sono servite le sedici ore di confronto tra i ministri delle finanze della Ue al fine di trovare un accordo sulle banche, ovverosia sullo schema europeo per i nuovi parametri di capitalizzazione per gli istituti di credito, contro i rischi di fallimento e di stress, previsti da Basilea 3. Così, ai presenti, non è rimasto che rimandare tutto al 15 maggio, quando a Bruxelles si terra' un'altra riunione dell'Ecofin.
Non si è trovata convergenza tra chi, come Francia e Germania, vorrebbero che i parametri per gli istituti di credito siano uguali per tutti, finalizzata ad un'armonizzazione europea che contemplerebbe un'Autorita' bancaria europea (Eba) con piu' poteri di controllo, così come chiesto dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, rispetto ad altri paesi, quali Gran Bretagna e Svezia, supportati da Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia, Bulgaria e Slovacchia, che spingono per avere regole piu' rigide ma da lasciare alla discrezionalita' degli Stati nella loro applicazione. [MORE]
A ciò si aggiunge anche la divergenza di vedute rispetto al cosidetto "buffer", il cuscinetto di capitale aggiuntivo. In sostanza, Basilea 3 lo vorrebbero al 2,5%, mentre Gran Bretagna e Svezia vorrebbero portarlo al 5%. Così, la presidenza danese del Consiglio, ha proposto una soglia di compromesso del 3% che ha trovato il consenso dei paesi vicini alle idee di Francia e Germania, Italia compresa.
Come ha evidenziato il ministro danese delle finanze, Margrethe Vestager, "Il nodo si è complicato". Più duro il cancelliere dello scacchiere George Osborne, che ha dichiarato, "Non sono disposto ad uscire da questa sala per dire cose che mi faranno sembrare stupido cinque minuti dopo di fronte agli analisti". "Non è vero che non attuiamo Basilea 3. Ma lo facciamo per tutte le 8.300 banche europee, che sono una realtà molto diversa tra loro. La realtà della Gran Bretagna è importantissima e ci è ben nota, ma non è la sola", ha proseguito il commissario Ue francese al mercato interno Michel Barnier.
Al riguardo, l'Italia ha posto l'accento sulla necessità che lo schema europeo di Basilea 3 sia coerente con l'esigenza di sviluppare il mercato unico e non di spezzettarlo, "Qui non stiamo discutendo di una cornice nazionale", ha sottolineato il vice ministro dell'economia Vittorio Grilli, il quale ha anche aggiunto, "Non siamo disposti ad accettare misure non ragionevoli, fuori di proporzione, rischiose per il mercato unico".
Così, alla fine ne e' uscita una bozza di accordo che dovra' essere ridiscussa. Per questo, da stamattina la parola passa agli sherpa dei ministri che devono risolvere le questioni tecniche rimaste in sospeso. Schaeuble e Barnier, hanno comunque avvertito, "Non avere requisiti comuni e validi per tutti, potrebbe indurre i mercati a esercitare pressioni, con tutti i rischi che cio' comporta per la crescita".
(Fonte: Ansa)
Rosy Merola