Bari, abbandonò neonata tra gli scogli: mamma condannata a 14 anni
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BARI, 30 NOVEMBRE - Quattordici anni di reclusione. È questa la condanna decretata ieri, al termine del processo con rito abbreviato, dal Gup del Tribunale di Bari per Lidia Rubino, la ventiquattrenne che abbandonò la figlia neonata tra gli scogli di una spiaggia di Monopoli poco dopo averla messa al mondo.
La piccola, nata all’alba del 12 febbraio 2017, è stata abbandonata dopo il parto ed è morta, secondo quanto si evince dal parere tecnico-motivato del medico legale, nel giro di poche ore a causa delle basse temperature. Il suo corpo fu ritrovato su un bagnasciuga da una coppia di turisti, tre giorni dopo.
Imputata per omicidio volontario pluriaggravato, alla donna è stata riconosciuta la semi-infermità mentale. Dall’esame tossicologico sarebbe emerso un tasso alcolemico oltre la norma, mentre secondo la perizia psichiatrica la donna avrebbe vissuto, all’epoca del neonaticidio, un “momento dissociativo”. Il Gup ha escluso l’aggravante dei futili motivi e ha concesso una ulteriore attenuante a seguito del parziale vizio di mente.
Per Lidia Rubino le porte del carcere si sono aperte il 29 marzo del 2017. La sua detenzione è terminata quattro mesi dopo, il 18 luglio. Attualmente è agli arresti domiciliari in una comunità terapeutica.
Luigi Cacciatori