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BAGHERIA, 22 FEBBRAO 2014 - Cumuli di bare e resti umani bruciati sono stati scoperti dai carabinieri nel cimitero di Bagheria, in provincia di Palermo. Giunti sul posto i militari si sono trovati davanti centinaia di bare accatastate tra il muro perimetrale ed alcune cappelle private, a ridosso delle quali vi erano, ancora fumanti, le braci di fuochi che, durante la notte, avevano incendiato anche resti umani e ossa.
L'area, in cui sono state ritrovate anche parti di corpi non ancora decomposti ed effetti personali perfettamente integri, è stata sequestrata. Su tutto si proietta l’ombra della mafia. Per questo l’indagine è subito passata dalla Procura di Termini Imerese ai magistrati della Dda di Palermo. I reati contestati sono vilipendio, soppressione di cadavere, danneggiamento seguito da incendio e gestione incontrollata di rifiuti speciali.
Ciò che fa pensare alla mano mafiosa sono le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Sergio Flamia che sta ricostruendo le vicende criminali degli ultimi trent’anni in un comprensorio controllato dagli uomini di Bernardo Provenzano. Gli investigatori sospettano che la mafia abbia deciso di assumere il pieno controllo delle operazioni di estumulazione delle bare e di smaltimento dei resti umani per gestire un mercato dei loculi e delle aree destinate alla costruzione di cappelle private. La conferma che Cosa nostra avesse messo o pensasse di mettere le mani sul cimitero è venuta dal ritrovamento in casa di un indagato per l’operazione “Argo” di un bando del 30 novembre 2012 per la vendita di lotti di terreno per la costruzione di cappelle private.[MORE]
Ora l’indagine, nella quale figurano indagati tre operatori del cimitero, mira a stabilire se sia riconducibile alle infiltrazioni mafiose il modo improprio in cui venivano smaltiti i resti delle estumulazioni. I carabinieri sono intervenuti dopo una segnalazione. Durante la notte erano state date alle fiamme alcune tombe liberate dai resti umani disseminati sul terreno. Sono stati trovati anche parti di cadaveri non ancora completamente decomposte: segno che non sarebbero state estumulate solo sepolture di oltre 30 anni ma anche tombe con defunti più recenti.
Nel loro rapporto i carabinieri parlano di violazione delle leggi ambientali, vilipendio e soppressione di cadavere, danneggiamento, gestione incontrollata di rifiuti speciali.
Un’indagine cercherà di risalire ai loculi liberati senza controllo, e forse con molta fretta, per dare spazio a nuove sepolture sotto il controllo della mafia. Il sindaco Vincenzo Lo Meo ha assicurato la “piena collaborazione” dell’amministrazione e dei servizi cimiteriali del Comune.
Michela Franzone