L'aumento tassi Bce costa alle imprese italiane +2,45 mld di euro
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Roma, 9 luglio 2011- La decisione dalla Bce di aumentare i tassi d’interesse, presa lo scorso 7 luglio, ha portato a riflettere sugli effetti economici che ciò potrebbe generare. Secondo il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, “L’indebitamento delle imprese italiane ha superato i 980 miliardi di euro e con l’aumento del Tasso di interesse avvenuto nei giorni scorsi, il sistema delle imprese dovrà farsi carico di un costo aggiuntivo pari a 2,45 mld di euro”.[MORE]
In base alle stime fatte, un incremento del Tasso ufficiale di sconto all’1,50%, con un indebitamento delle imprese nei confronti del sistema bancario pari a circa 980,169 mld di euro, determinerà un incremento degli interessi annui pari appunto a 2,45 mld di euro.
Sempre secondo la Cgia, tale aumento genererà un incremento aggiuntivo della spesa media annua di circa 464 euro. Tutto ciò penalizzerà in misura maggiore le aziende di piccole dimensioni.
Sotto il profilo territoriale, a pagare di più per la decisione della Bce, saranno le imprese della Lombardia (mediamente 818 euro l’anno, per un indebitamento totale di 269,4 mld di euro), del Trentino Alto Adige (706 euro) e dell’Emilia Romagna(631 euro).
Infine, l’aumento più forte dei debiti è stata registrata al Sud: Sicilia (+9,9 per cento), Puglia (+9 per cento), Campania ( + 8,3%), Basilicata (+8,2%), Calabria (+8,1%).
Rosy Merola