Attentato di Manchester, arrestati in Libia padre e fratello del kamikaze
Estero Emilia Romagna

Attentato di Manchester, arrestati in Libia padre e fratello del kamikaze

giovedì 25 maggio, 2017

MANCHESTER, 25 MAGGIO - Proseguono le indagini sull’attentato di Manchester che lunedì scorso ha provocato 22 vittime e il ferimento di oltre un centinaio di persone, di cui molte in gravi condizioni. Nella giornata di ieri, a Tripoli, la polizia ha arrestato il fratello minore di Salman Abedi, fermato perché stava preparando un attentato nella capitale libica. Interrogato dalle forze di sicurezza avrebbe confessato di aver aderito all'Isis con il fratello e che sapeva del suo progetto di mettere a segno l'attentato all'arena. [MORE]

Durante l'interrogatorio Hashem, 20 anni, avrebbe detto di essere stato in Gran Bretagna durante tutta la fase di preparazione dell'attentato, prima di lasciare il Paese lo scorso 16 aprile. Da allora è sempre rimasto in contatto con il fratello.

Arrestato nel blitz anche Ramadan Abedi, padre dell'attentatore, che poco prima aveva rilasciato una dichiarazione all'Associated Press per scagionare i figli. Alcuni testimoni hanno raccontato che agenti a bordo di tre vetture, e armati, hanno fatto irruzione nell'abitazione per portare via l’uomo insieme al figlio e a un’altra persona della quale al momento non si conosce l’idenntità. l sito della Sky News Arabiya, citando proprie fonti e documenti risalenti all'epoca di Muammar Gheddafi, descrive il padre del kamikaze di Manchester come un elemento filo-Al Qaeda.

"Secondo le nostre informazioni", il padre di Salman Abedi, è stato "un componente del Libyan Fighting Group", organizzazione islamica armata per lungo tempo legata ad Al Qaeda. A conferma ci sarebbe un altro documento dei servizi di sicurezza libici, che "lo avevano "classificato fra gli elementi dell'organizzazione di Al Qaeda". L'arresto dei due familiari segue quello dell'altro fratello del kamikaze, Ismail Abedi, fermato nella casa di Fallowfield, nella zona meridionale di Manchester.

Intanto emergono di ora in ora nuovi particolari sulla vita del giovane kamikaze. Un amico dell'università di Salford, ateneo in cui anche l'attentatore era iscritto al secondo anno di Economia, ha affermato che Abedi "si trovava in Libia tre settimane fa, era tornato da pochi giorni". La polizia e l'intelligence britannica stanno ora cercando di stabilire se nel suo viaggio in Libia il giovane sia stato addestrato in un campo jihadista. Dalla Francia giungono altre notizie che vorrebbero Salman Abedi anche in Siria. Lo ha dichiarato il ministro degli Interni francese, Gerard Collomb, il quale ha aggiunto che il ragazzo avrebbe dato prova dei suoi legami con l'Isis.

A tre giorni dall'attentato, ciò che appare certo per gli investigatori è che Salman non ha agito da solo. "Abedi faceva parte di una rete" ha dichiarato il responsabile della polizia di Manchester, Ian Hopkins. La bomba, era "piccola ma estremamente potente" ed era contenuta in un barattolo di metallo nascosto in una maglietta o in uno zaino. È stata azionata con un detonatore che il kamikaze teneva in mano. L'artificiere sarebbe dunque in libertà e, assieme ai suoi complici, potrebbe colpire ancora. Per questo in Gran Bretagna l'allerta è al livello massimo da dieci anni, sotto la minaccia di un attacco ritenuto "imminente".

Polemiche tra gli investigatori britannici e quelli americani per la fuga di notizie che ieri ha portato, da parte del New York Times, alla pubblicazione di alcune foto di quelli che sembrano essere i resti dell'ordigno esploso da Abedi. Per questo motivo, secondo quanto riporta la BBC, la polizia di Manchester avrebbe interrotto la condivisione di informazioni con l’intelligence Usa. 

 

 

Giuseppe Sanzi

(fonte immagine 365dm.com)


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