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LAS VEGAS, 15 FEBBRAIO 2012 - Las Vegas è la capitale del divertimento per antonomasia, il regno dello shopping e del gioco, una città da sogno dove tutto è possibile. Ma c'è un aspetto della città che è sconosciuto ai più, ed è il suo legame storico con la mafia e la criminalità organizzata. La moderna metropoli del Nevada, infatti è nata con la legalizzazione del gioco d'azzardo e l'apertura del primo casinò “Il Flamingo” ad opera di Bugsy Siegel, un picciotto siciliano. Ed è proprio per questo legame dei padri fondatori con la malavita, che la Sin city, la città del peccato, ha aperto un museo sulla criminalità organizzata che racconta gli eventi più eclatanti che hanno caratterizzato la vita dei personaggi legati al mondo di Al Capone e John Gotti. [MORE]
All'interno del museo, costato 42 milioni di dollari, è possibile trovare ogni sorta di reliquia, dalla sedia del barbiere dove venne assassinato il boss della famiglia Gambino, Albert Anastasia, alla parete del garage dove si consumò la“strage di San Valentino”. Il museo è stato inaugurato ieri, 14 febbraio in occasione dell'83esimo anniversario del massacro della banda di Bugs Morgan, e, naturalmente, l'accoglienza riservata ai visitatori non poteva essere “normale”, bensì in linea con l'originalità dell'idea. A questi, infatti, viene riservata una “simpatica messinscena” nella quale vengono trattati come dei sospetti, a cui vengono letti i diritti, prelevate le impronte digitali e scattata una foto segnaletica. La sede è quella del Las Vegas Post Offfice and Courtroom, dove negli anni 50 venne ospitato il Kefauver comitèè, commissione del Senato Usa contro la criminalità organizzata. Il museo si chiama ufficialmente National Museum of Organized Crime and Law Enforcemed, ma è stato già ribattezzato in via ufficiosa. “mob museum”.
foto da giornalettismo.com
Maria Assunta Casula