Apple condannata a pagare 506 milioni di dollari ad una Università del Wisconsin
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NAPOLI, 27 LUGLIO – Stangata sulla Apple da parte di un tribunale statunitense: il colosso californiano dovrà pagare 506 milioni di dollari al WARF, ente di ricerca dell’università del Wisconsin. Il motivo? La violazione di un brevetto dei processori che operano su iPhone ed iPad.[MORE]
Già nell’ottobre 2015 una giuria federale aveva stabilito un maxi-risarcimento pari a 234 milioni di dollari, cifra inferiore alla metà della condanna pronunciata dal giudice distrettuale William M. Conley. Apple avrebbe infatti continuato ad utilizzare il processore in questione, protraendo dunque la violazione del brevetto.
Da Cupertino fanno sapere che la battaglia legale proseguirà in appello. La compagnia aveva già respinto ogni accusa nel 2015, ritenendo non valido il brevetto e considerandosi dunque legittimata a servirsene liberamente.
L’ateneo ha invece depositato lo stesso brevetto nel 1998.
Esso ha ad oggetto un sistema per l’efficientamento energetico e prestazionale dei processori, fondato sulla cosiddetta “branch prediction”, ossia la predizione delle diramazioni. La branch prediction consiste nella previsione dell’esito di una operazione, per evitare rallentamenti nel funzionamento dei processori.
La tecnologia in questione è stata utilizzata da Apple nei processori attivi sugli iPhone 5S 6 e 6 Plus, e su alcuni iPad.
Paolo Fernandes
Foto: prcm.jp