ANPAR: Mediazione civile al centro dell'inagurazione dell'anno giudiziario
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ROMA, 30 GEN. 2011 - Grandi titoli sulla crisi della giustizia italiana all'inaugurazione
dell'anno giudiziario e tutti aventi lo stesso tema: “la giustizia
è ormai al collasso; alto numero di prescrizioni; processi lenti” e
chi ne ha più ne metta, ma tutti gli intervenuti, concordano[MORE] sul
fatto che l’unico sistema valido ed efficiente per combattere questo
stato di cose è il neo istituto giuridico della mediazione civile. La
relazione di sintesi del Primo Presidente della Corte di Cassazione in
materia di mediazione civile, oltre che dare valore al neo istituto,
è andato ben oltre, quando ha affermato che “uno dei pilastri su
cui si fonda il nuovo istituto è la previsione dell’obbligatorietà
della mediazione per chi intenda introdurre una controversia
rientrante tra quelle previste dalla legge”.
In questo contesto anche il Presidente dell’Organismo
Internazionale di Conciliazione & Arbitrato, dell’A.N.P.A.R. si
inserisce per dire la sua.
Dice Pecoraro: il messaggio venuto fuori dalle varie relazioni ed
interventi è chiaro per tutti: “senza resistenze corporative”
(Alfano), “bisogna passare ai fatti” (Palamara), dunque andare
avanti senza tentennamenti al fine di cominciare a costruire “quel
pilastro” dell’obbligatorietà della mediazione per chi intende
introdurre una controversie (Lupo).
Il consenso sull’obbligatorietà si è fatto largo nei confronti di
tutti , gli unici che esprimono pareri negativi sono solo i
“vertici” dell’O.U.A. dove alcuni componenti pur di
salvaguardare interessi personalistici, si sono avventurati a parlare
ai propri colleghi in modo elementare della mediazione, dopo essere
stati in silenzio, bugiardi e scettici per oltre un decennio. Migliaia
e migliaia di mediatori professionali iscritti all’Organismo che
rappresento - continua Pecoraro- sono stufi di essere offesi da chi va
in giro parlando di "mediamediazione", a tal proposito il nostro
comitato scientifico-giuridico, sta valutando se esistono gli estremi
per intentare una "class action" nei confronti di chi ha deluso e
ferito l’orgoglio di essere professionisti della mediazione coniando
un temine di disistima, che può influire non poco nei confronti di
chi si appresta a risolvere una controversia, attraverso un organismo
di conciliazione - che nel designare un mediatore professionale
fortemente competente - deve convincere le parti di non trovarsi di
fronte ad un “mediamediatore”. Il no già deciso a queste offese
viene dalla categoria di giovani avvocati che non ci stanno ad essere
qualificati "mediavvocati", solo perché hanno arricchito il loro
bagaglio culturale e professionale acquisendo la qualifica di
mediatore professionale,in modo da avere delle opportunità lavorative
in più.
Questa è gente – continua Pecoraro – abituata a diffondere
zizzanie per il solo scopo personalistico, hanno detto cose diverse da
quello che pensavano ai loro iscritti ed ora sono alla resa dei conti.
Adesso, chi glielo dice a quegli avvocati con anzianità di iscrizione
all’albo di 15 anni - che fino a Novembre potevano acquisire la
qualifica di conciliatore specializzato a semplice domanda - di
frequentare un corso obbligatorio di 50 ore, per non essere fuori dal
mercato del lavoro professionale? Non è forse questo il motivo per
cui chiedono il rinvio dell’obbligatorietà!
Gli organismi di conciliazione esistenti hanno offerto la loro
disponibilità a dialogare da tempo con gli ordini degli avvocati ma i
signori ai vertici dell’O.U.A. l’hanno sempre rifiutata a
differenza del C.N.F. e delle associazioni autonome dei giovani
avvocati che hanno contribuito e non poco alla divulgazione della
mediazione civile e commerciale.
Solo, oggi con l’apertura dell’anno giudiziario, dove dalle
relazioni dei vari Presidenti si apprende della bontà della legge
sulla mediazione civile, hanno cominciato a chinare il capo per dire
che la mediazione obbligatoria è una cosa buona ma che vogliono tempo
per “formare gli avvocati”. Se le stime non sono errate: sono
oltre centomila i mediatori professionali pronti a deflazionare le
cause civili e commerciali da venire e quelle già pendenti, ma,
secondo Pecoraro, gli organismi esistenti, non sono sufficienti per
tutte le materie obbligatorie per cui sarebbe opportuno che il
ministro Alfano dettassse una scaletta di effettiva entrata in vigore
alle materie il cui esperimento del procedimento di mediazione è
condizione di procedibilità della domanda giudiziale. Il 20 marzo
2011 potrebbero prendere il via dell’obbligatorietà, per esempio,
le seguenti materie: condominio, locazione, comodato, risarcimento del
danno derivante dalla circolazione dei veicoli e natanti, la
responsabilità medica, contratti assicurativi, bancari, controversie
che i cittadini hanno già affidato alla mediazione a partire
dall’entrata in vigore del D. Leg.vo 28/2010, l’altra metà
dovrebbe entrare poi in vigore al massimo dal 20 settembre 2011,
magari estendendo l’obbligatorietà anche per altri diritti
disponibili, proprio in considerazione della complessità della
materia che richiederebbe almeno un altro poco di monitoraggio, pur
essendo molte di queste controversie risolte egregiamente ancor prima
del periodo della citata obbligatorietà.
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