Ankara, i giudici si ritirano dal processo penale per la morte di un manifestante di Gezi
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Ankara, i giudici si ritirano dal processo penale per la morte di un manifestante di Gezi

martedì 3 dicembre, 2013

 ANKARA, 3 DICEMBRE 2013 - Nel processo in corso per il poliziotto che sparò nella folla ad Ankara durante le proteste turche, e che uccise Ethem Sarisuluk, i giudici si sono inaspettatamente ritirati ed hanno affidato il caso ad un altro tribunale, in seguito ai dubbi espressi dalla famiglia di Ethem riguardo l'imparzialità del processo. Il Giudice Capo della Corte Penale di Ankara, Afak Illeez, ha detto di essersi ricusato egli stesso dal caso, dopo che gli avvocati della famiglia Sarisuluk avevano sollevato le loro preoccupazioni sull'equità del processo. L'Alto Tribunale Penale di Ankara dovrà adesso stabilire se la ricusazione è appropriata o meno, e se ci sono le condizioni di affidare le carte a un nuovo tribunale.

L'udienza del 2 dicembre è stata la terza seduta del processo ai danni dell'ufficiale di polizia Shahbaz Ahmet, che il primo giugno 2013 aprì il fuoco tra la folla, uccidendo il 26enne Ethem. Shahbaz è accusato di aver ammazzato una persona involontariamente, avendo sì superato i limiti di autodifesa, ma in una situazione straordinaria. L'ufficio competente di Salinurfa, a cui appartiene il poliziotto, ha dato testimonianza attraverso un sistema di conferenze video. Nonostante le obiezioni degli avvocati di Ethem, il tribunale ha stabilito che Shahbaz poteva non presentarsi in tribunale, dal momento che è attualmente in servizio presso la stazione di Salinurfa.

In sua difesa, Shahbaz ha dichiarato di trovarsi quel giorno in giro a garantire la sicurezza nei pressi di un parco nel centro di Ankara. “Quando i manifestanti si sono avvicinati e ci hanno attaccati, i nostri superiori ci hanno ordinato di ritirarci. Mentre stavamo indietreggiando, un manifestante mi ha colpito e sono andato giù. In quel momento, ho pensato che avesse intenzione di uccidermi. Dunque mi sono rialzato, e sono avanzato verso un manifestante prendendolo a calci. Se non lo avessi fatto, mi avrebbe linciato. Quando ho visto che la sassaiola continuava, ho estratto la pistola d'ordinanza e ho sparato in aria. Erano colpi di avvertimento, non ho puntato l'arma contro nessuno. Nonostante gli spari, la gente continuava a lanciare pietre. Mi dispiace per la morte di Ethem, ma io non ne sono responsabile. A causare la sua morte sono state le persone che continuavano a lanciarmi contro le pietre”.

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Shahbaz ha inoltre aggiunto che in quel momento non aveva realizzato di aver colpito mortalmente Ethem, e ha aggiunto che doveva essere portato in ospedale per le ferite riportate dai lanci di pietre. La morte del ragazzo l'ha appresa soltanto due giorni dopo l'incidente. Nel frattempo, l'avvocato della damiglia Sarisuluk, Murat Yilmaz, ha detto che Shahbaz mente quando dice di non essersi reso conto di aver ammazzato Ethem. Un rapporto ufficiale del tribunale di Ankara del 2 giugno, il giorno dopo l'incidente, notifica chiaramente che Ethem fu ucciso da Shahbaz, e la dichiarazione fu firmata dallo stesso poliziotto. Quando gli avvocati interrogarono Shahbaz, sulle contraddizioni della sua testimonianza, l'ufficiale più volte rispose “non ricordo” o “mi avvalgo della facoltà di non rispondere”.

Fuori dal tribunale si sono frattanto accalcate centinaia di persone a sostegno della famiglia di Ethem. La polizia ha preso misure di sicurezza estreme, ma non si sono verificati incidenti.

Foto: hurryietdailynews.com

Dino Buonaiuto (corrispondente dalla Turchia)


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