Scandalo preservativo: ministero della Salute nega e Rai avvia istruttoria
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ROMA. 3 DICEMBRE 2011 – Non pronunciate la parola profilattico. È quanto si leggeva ieri in una mail interna agli uffici Rai nella giornata mondiale contro l'Aids, su istruzioni del ministero della Salute di Renato Balduzzi. E questa mattina gli attivisti del Gay Center hanno distribuito profilattici davanti alla sede Rai in Viale Mazzini a Roma.[MORE]
La missiva è giunta ieri ai responsabili delle trasmissioni di Radio1, che per ore ha mandato in onda programmi sull'Aids senza mai poter parlare di preservativo. Versione smentita dal direttore di Radio1 Antonio Preziosi, che contro ogni evidenza dei fatti ha voluto comunque precisare che "non c'è stata alcuna limitazione all'uso della parola profilattico nelle trasmissioni". Già da ieri gruppi di associazioni gay hanno dissotterato l'ascia di guerra e cominciato la mobilitazione insieme al network delle persone sieropositive guidato da Rosaria Iardino, la prima a denunciare il vergognoso silenzio stampa di ieri.
Arcigay, Equality Italia, Radicali e la parlamentare Paola Concia si sono uniti al coro di voci indignate per la censura e si dicono preoccupati per un possibile ritorno all'oscurantismo religioso. Basti pensare al lungo periodo dominato dal tabù e dal pregiudizio, interrotto solo tre anni fa da uno spot dell'allora ministro della Salute Livia Turco nel quale per la prima volta veniva sdoganata la parola profilattico. Sembrano trascorsi decenni, invece non è così.
Unanime la condanna anche sul fronte editoriale, dove Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai) e il comitato di redazione del Giornale Radio Rai hanno chiesto ad alta voce maggiori chiarimenti sull'accaduto e si sono rivolti direttamente agli uffici del ministero guidato da Balduzzi.
Immediata la risposta del ministro, che si è schierato al fianco dell'esecutivo Rai per allontanare ogni possibile accusa di coinvolgimento nella vicenda. Nessun passo indietro dunque da parte del numero uno di Viale Ribotta, che si è anzi precipitato ad assicurare che la prevenzione "passa anche attraverso il preservativo o il profilattico" e che il suo dicastero "non si permetterebbe mai" di vietare il vocabolo. Stesso copione per l'azienda di Viale Mazzini, che dopo aver negato di aver ricevuto simili istruzioni da parte del ministero ha ribadito "la piena autonomia editoriale di reti e testate".
Fatto sta che lo scandalo è ormai esploso e nessuna giustificazione sembra in grado di arrestarlo. È per questo motivo che la direzione generale Rai ha incaricato la divisione Internal Auditing di avviare un'indagine interna per accertare “fatti e procedure adottate nell'implementazione delle attività svolte a supporto della campagna di comunicazione sulla giornata mondiale della lotta all'Aids".
Secondo la testimonianza di alcune fonti interne agli ambienti Rai, la missiva ministeriale sarebbe stata comunicata ieri da un'assistente della direzione di Radio1, Laura De Pasquale. La donna, funzionaria della tv di Stato in rapida ascesa, avrebbe dunque messo la firma sulla comunicazione ad alta priorità giunta ai responsabili dell'emittente tramite mail, in cui si leggeva che “nelle ultime ore il ministero ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominata esplicitamente la parola profilattico; bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali e alla necessità di sottoporsi al test HIV in caso di potenziale rischio".
Riccardo Marcucci