Don Guido aggredito sul sagrato della chiesa di Bonifati: "Il primo gesto concreto è il perdono"


Aggressione al parroco di Bonifati, don Guido: “Organizziamo la speranza, non facciamoci rubare la gioia”
BONIFATI (CS) – “Non lasciamoci rubare la gioia. Il primo gesto concreto per costruire la speranza è il perdono”. Con queste parole don Guido Quintieri, parroco della comunità di Bonifati, rompe il silenzio dopo essere stato aggredito sul sagrato della chiesa al termine della messa domenicale.
L’episodio ha scosso l’intera comunità locale, ma la risposta del sacerdote va oltre la cronaca: è un invito alla fede autentica, al coraggio di guardare oltre il gesto violento per coglierne le radici e rispondere con misericordia.
Un'aggressione che interroga la coscienza collettiva
Secondo quanto riferito da don Guido, l'aggressione sarebbe stata compiuta da una persona afflitta da gravi fragilità e dipendenze. “Non dobbiamo avere paura di riconoscere le nostre ferite – ha detto il parroco – perché solo partendo da esse possiamo curare le piaghe che ci affliggono come comunità. Nessuna realtà è esente da fragilità”.
Una riflessione che va oltre l’episodio: “Probabilmente – ha aggiunto – la reazione violenta è scaturita dal mancato affaccio della statua alla finestra della propria abitazione. Ma io non voglio indagare i motivi: preferisco invitare tutti a organizzare la speranza”.
La risposta del parroco: preghiera e riconciliazione
Il gesto più potente di don Guido arriva proprio nella messa successiva all’aggressione: “Celebro l’Eucaristia per colui che, non consapevole del gesto, si è lasciato vincere dalla violenza. La preghiera è la nostra forza, prima fra tutte l’Eucaristia”.
Una testimonianza che tocca nel profondo, specie per i fedeli che da anni condividono il cammino di fede con il parroco. “A Bonifati ho trovato persone generose, dalla fede autentica, capaci di andare oltre i formalismi religiosi”, ha sottolineato, ringraziando la comunità per la vicinanza e il sostegno.
L'appello alla stampa: "Raccontiamo anche il bene"
Nel suo messaggio, don Guido lancia un monito anche ai media: “Non strumentalizzate questi fatti per attirare attenzione. Siamo educati alla bellezza, alla verità, e dobbiamo iniziare a condividere anche il bene, non solo la violenza”.
Un invito forte e controcorrente in un tempo in cui la cronaca nera domina spesso le prime pagine. “Solo quando il bene farà più notizia del male – conclude – sperimenteremo una comunità più bella e fraterna”.
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