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VILNIUS (LITUANIA), 13 FEBBRAIO 2012 – È passata un po’ in sordina la manifestazione che sabato scorso ha toccato parecchie piazze europee per dire no all’Acta (Anti-Counterfeiting Trade Agreement).
La giornata di mobilitazione internazionale ha l’obiettivo di contrastare quel provvedimento siglato a gennaio fra oltre 40 Paesi per proteggere la proprietà intellettuale, anche su internet, uniformando le legislazioni sul copyright. Lo scorso ottobre anche Australia, Canada, Giappone, Corea del Sud, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore e Stati Uniti, avevano firmato l’accordo. I diversi Stati membri dell’Europa e il Parlamento Europeo, però, devono ancora convalidare la firma e hanno tempo fino alla fine del 2012 per rendere del tutto effettivo il trattato. Questo ha spinto centinaia di migliaia di persone a scendere in strada per esprimere la loro opposizione e altri milioni di individui hanno fatto la loro parte on line. A opporsi all'intesa sono soprattutto i giovani, convinti che sia una minaccia alla libertà di espressione online.[MORE]
Le città europee coinvolte nella protesta sono circa 200. In Bulgaria, hanno partecipato oltre cinquanta mila persone. Le prime proteste anti – Acta sono partite dalla Polonia che è stata subito seguita dalla Slovacchia, dalla Repubblica Ceca e dalla Lettonia. L’ambasciatore Sloveno si è scusato in pubblico per aver messo la firma sul trattato dicendo che aveva fallito il suo dovere civico. Anche la Germania, secondo fonti governative, sembra essere pronta a fare marcia indietro proprio dopo le proteste anti- Acta.
Anche un membro del Parlamento europeo, Marietje Schaake, si è opposto al provvedimento: «Acta non deve passare. Concentriamoci sulla riforma per consentire lo sviluppo delle opportunità che offre internet invece di consentire ai business arretrati di limitare il libero mercato e di criminalizzare il pubblico».
Per conoscere meglio le motivazioni della protesta è possibile visitare il sito web del movimento: www.stopacta.info
In video: “STOP ACTA - Proposta di Legge UE contro i NOSTRI diritti.”
Marika Di Cristina