Abolizione delle Interchange Fee: per l'e-commerce si apre il problema della sicurezza
Economia Lombardia

Abolizione delle Interchange Fee: per l'e-commerce si apre il problema della sicurezza

giovedì 30 maggio, 2013

MADONE, 30 MAGGIO 2013 - In Francia l’e-commerce è in forte crescita ormai da diversi anni. Uno sviluppo seguito molto attentamente dai truffatori di tutte le latitudini, che da sempre cercano di sfruttare il web per le proprie attività fraudolente, mostrando spesso un formidabile ingegno. In un tal contesto i sistemi di prevenzione e sicurezza devono essere tempestivi ed efficaci. Tuttavia, la Commissione Europea sta discutendo un provvedimento che rischia di rendere ancor più vulnerabile il mercato del commercio elettronico.

Le cifre con cui la Fevad (la Federazione francese dell’e-commerce) descrive questo business sono molto chiare: +19% di aumento di acquisti online nel 2012 e oltre 17 nuovi siti per la vendita al dettaglio in un mercato popolato da oltre 32 milioni di cyber acquirenti. Una piazza tanto grande che lascia però spazi altrettanto ampi per i truffatori: infatti, degli oltre 45 miliardi di euro che l’e-commerce ha generato nel 2012, più di 2 sono andati persi a causa di frodi.

La frode, purtroppo, non si limita al gesto di isolati criminali del web, ma negli anni è nata una vera e propria industria che sposta milioni di euro attraverso le truffe online: i governi, le banche, le società che gestiscono le carte di credito non possono non nascondere queste problematiche, consapevoli anche che le organizzazioni criminali sono spesso molto più rapide nell’ “aggiornare” e potenziare le proprie attività fraudolente. Per questo, il problema della sicurezza è quanto mai centrale: occorre che tutti gli attori coinvolti facciano la propria parte, rapidamente, e sappiano migliorare le attività di prevenzione, anche e soprattutto attraverso tecnologie più evolute. Da questo punto di vista le interchange fee sono fondamentali perché finanziano l’innovazione e permettono di bilanciare tali costi tra tutte le parti coinvolte. Ricordiamo che le IF vengono pagate dalla banca del commerciante alla banche del consumatore che compra un bene o servizio attraverso la moneta elettronica.

È importante che la Commissione Europea discuta una tematica tanto delicata, ma ancor più importante è capire a quale approdo porterà il dibattito. Su richiesta delle lobby dei commercianti, Michel Barnier, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, ha proposto la riduzione o addirittura l’azzeramento delle commissioni interbancarie. Purtroppo, un’ottima notizia per i truffatori… Infatti, venendo meno le risorse per finanziare l’innovazione e le tecnologie a protezione delle transazioni elettroniche, si offre paurosamente il fianco a quanti vogliano frodare i sistemi di pagamento.

Non solo. Che il provvedimento UE sia sfavorevole anche per i consumatori è presto dimostrato. Infatti, i costi delle carte di credito aumenteranno per permettere alle banche di compensare la mancanza delle IF, e a pagare sarà quindi il cittadino. Meno automatico capire l’autogol degli esercenti che se da una parte verranno sgravati dalle IF dall’altra parte subiranno l’aumento delle spese per le carte di credito tanto quanto i consumatori: l’aumento dei costi sarà un disincentivo al possesso delle carte, e quindi un calo delle transazioni e degli acquisti.

Le operazioni con moneta di plastica saranno meno sicure e più soggette a frodi. Pascal Paul, fondadore di Moovcard (carte prepagate per i taxi), non ha dubbi: “Come già successo in Spagna, un’eventuale abolizione delle IF causerà l’aumento del costo delle carte a carico esclusivamente dei consumatori. Disincentivando un pagamento sicuro, pratico ed efficace come quello elettronico”.

I commercianti dovrebbero pensarci due volte prima di protestare così vivacemente. Ma la cosa più importante è che l’e-commerce deve potenziare i propri sistemi di sicurezza: ne vale la solidità dell’intero business e la fiducia dei consumatori.[MORE]


(notizia segnalata da Luigi Borghi)


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