A scuola con le siringhe infette: un bambino di quattro anni gioca nel cortile e si punge
Cronaca Lazio

A scuola con le siringhe infette: un bambino di quattro anni gioca nel cortile e si punge

mercoledì 29 ottobre, 2014

ROMA, 29 OTTOBRE 2014 – Nella scuola Ranocchio Scarabocchio di Roma 70, nei pressi di via di Grotta Perfetta, un bambino di soli quattro anni si è punto con una siringa infetta mentre giocava nel giardino insieme ai suoi compagni. Stando alle ricostruzioni delle autorità competenti, è probabile che un tossico abbia gettato l’ago nel cortile dell’edificio, un’ipotesi confermata, tra l’altro, dal ritrovamento di altre tre siringhe nell’area interessata.

Non solo la vicenda sembra essere la realizzazione del peggior incubo di ogni genitore, ma il tutto acquista un carattere ancora più allarmante se si pensa che il bambino è stato punto mentre giocava al sicuro, tra le mura della scuola, sorvegliato da insegnati che dovrebbero proteggerlo. O, almeno, così dovrebbe essere.[MORE]

Ad essere messo quindi in discussione è, prima di tutto, il servizio di manutenzione del giardino scolastico: «Se la pulizia dei parchi e dei giardini fosse puntuale, probabilmente le siringhe non sarebbero trovate dai bambini» ha spiegato Andrea Catarci, presidente del Municipio VIII. Tuttavia, il problema sembra essere ancora più grave e complesso: la manutenzione non funziona come dovrebbe perché i fondi stanziati non sono sufficienti a garantire uno standard elevato, con la conseguente possibilità che si verifichino episodi incresciosi di questo tipo. «Ci auspichiamo che le promesse di Renzi e del governo sui fondi alle scuole diventino realtà e non restino solo propaganda. Le scuole hanno bisogno di risorse sia per la gestione straordinaria che per la manutenzione ordinaria, per garantire la sicurezza dei bambini», ha aggiunto Catarci.

Intanto, oltre all’indagine portata avanti dalla polizia per determinare con esattezza che cosa sia accaduto, è stata prevista una pulizia accurata del giardino, volta a prevenire che qualche altro alunno si infetti o si faccia del male. Questo non basterà certo a consolare la famiglia del bambino, né a rimediare al terribile incidente ma, se non altro, ciò che è accaduto risuonerà come un campanello di allarme alle orecchie di chi avrebbe dovuto e potuto far sì che di cose come questa non si leggesse mai nei giornali.

(foto: www.q4q5.it)

Sara Svolacchia
 


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