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Finisce un anno che in ciascuno ha portato sconvolgimenti e innovazioni. C’è chi ha conservato ogni cosa senza tentare una analisi di prospettiva in funzione di un sostanziale cambiamento esistenziale. C’è però anche chi ha colto nelle intemperie o nei risultati positivi gli stimoli necessari per dare un volto nuovo al proprio modo di essere. Si ricomincia! Il 2018 riaccende gli stimoli efficienti e copre in alcuni casi le disfatte interiori ed esteriori vissute. Il Natale che stiamo vivendo serve a penetrare l’animo per verificare lo stato di fede personale. E’ questo un punto essenziale per affrontare il nuovo anno. Consegnarsi all’oroscopo o all’indovino di turno è banale. Occorre in ognuno una rivoluzione interiore che conduca ad una visione cristiana del mondo per non rischiare, finito l’effetto emozionale della ricerca paranormale, di affondare nelle illusioni degli uomini.[MORE]
L’uomo deve decidere se guardare dinnanzi a sé con gli occhi della carne o con quelli di Cristo. Non è una scelta qualsiasi, né un rituale fine a sé stesso. E’ un atto centrale nel predisporsi a programmare la propria vita. Un anno che arriva apre di norma le sue porte alla speranza e alla sfiducia; alla buona e falsa politica; alla sana e debole famiglia; alla fede nella Parola e alle tentazioni del maligno; alle vittorie e alle rovine; ai trucchi quotidiani dell’uomo e alla verità che precede ogni cosa; alla vanità e alla semplicità; alla sfrontatezza e alla prudenza; alla preghiera e alla materia; alla equità sociale e alla parzialità umana; alla forza d’animo e alla debolezza interiore; all’equilibrio e alla sregolatezza.
C’è sempre un bivio che offre varietà di accessi. La giusta o confusa valutazione che ne segue è sempre una manifestazione di volontà personale. Se dentro una persona vi è una misurata predisposizione cristiana al soprannaturale che purifica l’essenza delle cose materiali con cui di solito si convive, si aprono gli scenari di una buona vita. Se invece prende corpo in ognuno un ateismo scontato o un relativismo che tutto giustifica, in virtù di un una ritualità trascendentale “fai da te”, si vanno a lesionare i pilastri dell’insegnamento evangelico. In questi casi si passa ad una visione del mondo che sceglie la via opposta alla verità di Cristo. Le conseguenze si materializzano nelle angosce del singolo e nell’incertezza socio-politica-economica della nostra società odierna.
E’ arrivato il tempo in cui l’uomo, a prescindere del ruolo occupato e della sua piccola o grande rappresentativa nel gioco delle funzioni comunitarie, si appropri della sua “divinità” interiore che si consolida ogni anno nella venuta del Messia in un passaggio storico incomparabile. Niente e nessuno infatti possono considerare, quest’ultimo, una normale vicenda da assemblare ai tanti episodi che hanno contribuito a migliorare il cammino antropico nel mondo. Continuare ad esaltare la materialità quale espressione assoluta del bene terreno, dentro cui individuare i principi strutturali dell’esistenza dell’umanità, significa “subire” ancora una volta le direttive “visibili o invisibili” di un potere che da sempre altera le necessità altrui. Una regia che manipola il destino dei singoli e dei popoli, ma che nulla può di fronte alla scelta di vivere nella saggezza cristiana.
Buon 2018!
Egidio Chiarella
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