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ROMA, 25 GENNAIO 2014 - Si tratta delle ultime ricerche condotte da Confindustria. Rispetto al periodo precedente al 2007, la crisi ha portato via ben 200 miliardi di Euro di Pil (pari al 9,1%) e l'Italia non riuscirà a rimettersi in pari se non nel 2019 (e si tratterà solo di recuperare metà di quanto perso).
Il Centro studi di Confindustria su questo punto è chiarissimo: il potere di acquisto delle famiglie si è ridotto notevolmente rispetto al periodo pre-crisi e le industrie faticano ancora a trovare una strategia convincente per gli investimenti all'estero.[MORE]
I motivi sono due: il primo è che le imprese sono meno competitive a causa della tassazione, il secondo è che le imprese hanno minori capacità di recupero anche a causa del poco spazio riservato in Italia alla ricerca e alla innovazione.
Secondo il Centro studi, per ogni abitante sono stati persi circa 3500 Euro. "La doppia, profonda e lunga recessione ha intaccato nettamente il potenziale di crescita, abbassandolo dall'1,1%" si legge nell'approfondimento del centro di ricerca di Confindustria.
L'Italia ha prospettive minori di crescita e la strada da recuperare non manca: "Secondo l'Fmi gli interventi varati nel 2011-12, se attuati pienamente, innalzeranno il Pil del 10% in dieci anni, aggiungendo un punto percentuale all'anno" spiega Confindustria. Chi avrà questo coraggio?
Fonte: Repubblica.it
Annarita Faggioni