18enne ucciso in Sardegna: madre imputata, "non è un mostro"
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CAGLIARI, 30 GIUGNO - "Mia figlia non è il mostro che si vuol far credere. È imperdonabile per non aver creduto e capito le intenzioni dell'allora fidanzato. Avrebbe dovuto impedire che accadesse questa tragedia: deve pagare per questo ma non deve pagare per quello che non ha fatto". Lo ha detto, in un'intervista all'Unione Sarda, la madre della ragazzina di 16 anni per il quale la procura dei minori di Cagliari ha chiesto 18 anni di carcere per lei e per un altro minorenne, accusati di aver partecipato all'omicidio di Manuel Careddu, il 18enne massacrato sulle rive del lago Omodeo, nell'Oristanese, 2018.
"Il fatto che lei fosse l'unica a conoscere il povero Manuel non fa di lei la mandante - dice la mamma al quotidiano - Ho letto tutti gli atti e soprattutto le intercettazioni da cui non emerge alcun elemento per cui si debba credere che lei fosse la mandante e l'organizzatrice. Mia figlia non sarebbe nemmeno dovuta andare al lago e questo si legge nelle intercettazioni. Ma poi è assurdo pensare che una ragazzina di 16 anni possa aver circuito e manovrato ragazzi più grandi di lei di 3 o 4 anni. Come può averli convinti a compiere quell'atroce mostruosità?".
Nel frattempo, sempre dalle pagine dell'Unione Sarda, emerge che la madre della 16enne avrebbe ricevuto una lettera da Christian Fodde: "la lettera che ho ricevuto da parte dell'ex fidanzato è la conferma che mia figlia non sia la mandante", dice la signora che conclude: "Forse non sono stata troppo attenta, presa dalle mille difficoltà quotidiane. Non mi sarei mai aspettata questo da mia figlia, non so davvero cosa possa esserle accaduto".
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