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LA PAZ, 7 FEBBRAIO 2014 - Vendevano macchinari e attrezzature di fabbricazione cinese spacciati per originali tedeschi. Questa l’accusa di truffa per la quale sono stati arrestati, nella notte tra mercoledì e giovedì in Bolivia, 18 cittadini italiani e due boliviani.
Lo hanno riferito i media boliviani, precisando che ieri due camionette della polizia sono arrivate presso la sede della Forza speciale per la lotta contro la criminalità (Felcc) con i fermati in manette. Mercoledì notte, le forze di polizia hanno effettuato delle operazioni a El Alto, alla periferia di La Paz, dove hanno scoperto macchine ed attrezzature riassemblati in diversi depositi.
Fernando Mercado, responsabile di una unità speciale anticrimine, ha detto che “queste persone vendevano artefatti elettrici, come pompe o motoseghe, che erano fabbricate in Cina ma alle quali cambiavano la marca e dicevano che erano tedesche, e questa era la loro truffa”.
In un deposito, ha riferito in conferenza stampa il viceministro perla Sicurezza Jorge Perez, “sono stati ritrovati 487 macchinari” e circa 26mila euro (sia in dollari che in valuta locale). “Quello che hanno fatto - ha detto il viceministro - è stato cambiare la marca ai macchinari cinesi, per venderli fino a tre o quattro volte di più del loro valore”.[MORE]
Secondo fonti giudiziarie, i detenuti saranno portati davanti a un magistrato locale venerdì con l’accusa di truffa aggravata e falsificazione di marche, in base all’interrogatorio al quale sono stati sottoposti dopo il loro arresto dal procuratore responsabile dell’inchiesta, Humberto Quispide.
Le stesse fonti hanno aggiunto che gli italiani sono stati arrestati nella zona sud della capitale boliviana, dove esiste una forte concentrazione di negozi di ferramenta e materiale di costruzione e dove sarebbe stati venduti gli articoli contraffatti.
Mercado ha precisato che l’inchiesta sulla truffa è partita dalle denunce presentate alla autorità da vari clienti che dopo aver effettuato l’acquisto degli apparecchi hanno scoperto che si trattava di prodotti di qualità chiaramente inferiore, venduti con marche false e a prezzi gonfiati.
Il responsabile della polizia boliviana ha precisato che l’identità degli arrestati sarà resa nota solo al termine delle indagini sul caso, che sono ancora in corso.
(foto da www.ilmessaggero.it)
Michela Franzone