Yara non morì a Chignolo, isolato nuovo terriccio sugli abiti
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BERGAMO, 5 APR. – Yara Gambirasio potrebbe essere stata uccisa in un luogo diverso da quello in cui fu trovata. Esami di laboratorio avrebbero isolato sui vestiti della giovane, tracce di terriccio incompatibile con il fondo di sterpaglie del campo di Chignolo d’Isola. La tredicenne potrebbe essere stata aggredita e uccisa altrove, poi abbandonata in via Bedeschi dove sarebbe rimasta fino al 26 febbraio scorso.
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Questo dato potrebbe spiegare la pista fiutata dai cani molecolari nei primi giorni delle ricerche, che guidò gli investigatori dal Palazzetto dello sport di Brembate Sopra fino al cantiere del centro commerciale di Mapello. La notizia, diffusa dal settimanale Oggi, in edicola mercoledì, non è stata smentita dagli inquirenti. “E' una delle ipotesi che stiamo valutando”, avrebbe dichiarato il pm Letizia Ruggero, aggiungendo che al momento “non c'è nulla di definitivo”.
Mentre le ricerche di laboratorio forniscono nuovi dati, l’indagine investigativa porta in Calabria. Gli esami delle utenze telefoniche agganciate alle 15 celle sparse tra Brembate e Chignolo d’Isola, hanno portato a identificare sei numeri di cellulare. I titolari risultano residenti in provincia di Cosenza, tra il capoluogo il Paolano e il Rossanese. Al momento sulla loro identità non trapela alcuna indiscrezione. E’ certo, invece, che quelle sei schede telefoniche il 26 novembre 2010, in un’ora compatibile con quella in cui si fa risalire la scomparsa di Yara, si trovavano nei 10 chilometri tra le due frazioni. I carabinieri di Bergamo hanno trasmesso i dati al comando provinciale dei carabinieri di Cosenza. A capo dell’indagine il colonnello Francesco Ferace che ha incaricato degli accertamenti il Reparto provinciale, diretto dal colonnello Vincenzo Franzese. Gli interrogatori che dovranno stabilire il coinvolgimento o meno dei sei cosentini nell’omicidio di Brembate, saranno svolti dai detective del Roninv, guidati dal capitano Paolo Lando.
Cristina Reggini