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BREMBATE DI SOPRA, 8 DIC. - Un marocchino dipinto come orco, una tredicenne svanita nel nulla, uno stato d'angoscia che toglie il respiro. A Brembate di Sopra inizia un nuovo giorno con un'unica certezza: tutto da rifare.
Mohamed Fikri è uscito ieri pomeriggio dal carcere di Bergamo evitando la ressa di telecamere e giornalisti che da ore lo stavano aspettando come un 'santo'.[MORE]
Il 22enne maghrebino accusato di omicidio e sequestro di Yara Gambirasio, scomparsa da Brembate di Sopra il 26 novembre scorso, si è dileguato a bordo di un furgone, probabilmente della polizia penitenziaria, riuscendo ad aggirare telecamere e flash dei fotografi.
Fikri, secondo quanto riferiscono i suoi legali, chiederà un risarcimento per ingiusta detenzione.
L'INGANNO - La scarcerazione è avvenuta per ordine del gip di Bergamo Vincenza Maccora, che, pur convalidando il fermo eseguito sabato scorso, nel suo provvedimento registra che la situazione accusatoria dell'indagato è cambiata recalmente in questi due giorni rispetto al momento in cui l'immigrato era stato fermato a bordo di una nave-traghetto, a largo di Sanremo, diretta in Marocco.
In particolare, grazie alla perizia di ben otto traduttori, è stato riscontrato come fosse erronea la traduzione dell'intercettazione telefonica inizialmente intesa come: «Allah mi perdoni, non ho ucciso». In realtà, si trattava di una tipica imprecazione araba perché l'interlocutore inizialmente non rispondeva al telefono. È stato anche sentito l'uomo a cui era destinata la telefonata il quale ha confermato la versione rilasciata dal marocchino: gli era debitore di 2 mila euro e per questo Fikri l'aveva cercato.
M.R.