Yara, Bossetti resta in silenzio. I legali: «Vogliono farlo confessare»
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BERGAMO, 24 NOVEMBRE 2014 - «Inaccettabili pressioni». Queste le parole usate dai legali di Massimo Giuseppe Bossetti in riferimento ai tentativi poco ortodossi che, a loro dire, gli investigatori starebbero usando nei confronti del loro assistito al fine di farlo confessare. Bossetti, come noto, dallo scorso giugno è in carcere poiché sospettato di essere l’assassino di Yara Gambirasio.
Pressioni che starebbero, per l’appunto, giungendo «anche da coloro a cui è affiata la sua custodia e perfino dal cappellano dal carcere». Per tali ragioni, sempre secondo quanto riferito dai legali difensori, durante l’interrogatorio col pm Letizia Ruggeri, Bossetti si è avvalso della facoltà di non rispondere: «A fronte di un atteggiamento inaccettabile della Procura, il signor Bossetti ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Al signor Bossetti – hanno continuato a spiegare – è stato rifiutato di vedere il suo consulente criminologo Ezio Denti e gli sono stati negati i colloqui con i figli minori».
E ancora: «Siamo tornati al processo inquisitorio, con uno sbilanciamento del tutto a favore dell’accusa, mentre la difesa ha anche difficoltà ad avere alcuni atti». «Siamo al limite della tortura psicologica – hanno lamentato infine i legali di Bossetti – e pressioni inaccettabili perché confessi».[MORE]
A tali accuse, naturalmente, è presto arrivata la replica del procuratore capo della Repubblica di Bergamo, Francesco Dettori: «Garantisco la correttezza e l’operato della Procura. Cerchiamo riscontri alle indagini – ha aggiunto Dettori – e non sottovalutiamo elementi eventualmente a favore dell’indagato».
(Immagine da huffpost.com)
Giovanni Maria Elia