Wilson: "Mi dispiace, ma ho la coscienza a posto"; nuova notte di proteste in America
Estero Valle d'Aosta

Wilson: "Mi dispiace, ma ho la coscienza a posto"; nuova notte di proteste in America

mercoledì 26 novembre, 2014

 WASHINGTON, 26 NOVEMBRE 2014 – Darren Wilson parla alle telecamere di Abc News, per la prima volta dopo la tragedia avvenuta lo scorso 9 agosto: “mi dispiace molto per la perdita di una vita, ma ho fatto solo il mio lavoro”. Il poliziotto si è di nuovo ritrovato i riflettori puntati addosso, da quando ieri il Gran Jury ha deciso di non incriminarlo per la morte del 18enne nero, Michael Brown. Da quella data di agosto, Wilson era praticamente sparito, non s'era più ripresentato in pubblico se non per il matrimonio con una collega; oggi invece parla all'anchorman George Stephanopoulos, e ripercorre la dinamica di quel giorno maledetto:

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“Avevo fermato il ragazzo sospettato di un furto di sigari. Mi ha sbattuto la portiera contro, ho cercato di respingerlo e mi ha dato un pugno, c'è stata una colluttazione. Ho cercato di afferrare il suo braccio, mi sono reso conto della forza che aveva. Mi sembrava Hulk. Quando gli ho detto di allontanarsi altrimenti avrei sparato, lui ha messo le mani sull'arma, ha cercato di afferrarla. Allora ho sparato. Lui si è arrabbiato di più. È uscito dall'auto ed è fuggito, mentre io chiedevo rinforzi”.

“L'ho inseguito, ho visto che metteva le mani in alto, a forma di pugno, mentre l'altra era nella cintura. Quando mi sono avvicinato mi sono chiesto: posso legalmente sparargli?' e mi sono detto che dovevo farlo e ho sparato. Mi dispiace, ma non avrei fatto nulla di diverso quel giorno. La mia coscienza è a posto”.

Il caso non placa le proteste in numerose città americane. Si è espresso anche il presidente Obama, da Chicago: “dare fuoco a edifici, bruciare auto, distruggere proprietà, sono atti distruttivi e non ci sono scuse per questo. Ma le frustrazioni che abbiamo visto non sono solo un particolare incidente, hanno radici profonde in molte comunità. Il problema non è solo un problema di Ferguson, è un problema dell'America”.

Foto: larepubblica.it

Dino Buonaiuto


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