Wanda Ferro  scommessa vinta, Intersezioni al Parco Archeologico di Scolacium
Cultura e Spettacolo Calabria

Wanda Ferro scommessa vinta, Intersezioni al Parco Archeologico di Scolacium

mercoledì 20 luglio, 2011

Catanzaro 20 luglio 2011 - Nel pieno di un mese di luglio davvero caldissimo, è ormai ai nastri di partenza la sesta edizione di Intersezioni al Parco Archeologico di Scolacium. E mentre volgono al termine gli affollati happy hours del giovedì al MARCA, che hanno visto in occasione del concerto di Peppe Fonte la partecipazione tra il pubblico di un divertito Mauro Staccioli, dietro le quinte fervono gli ultimi preparativi per la kermesse artistica più attesa dell’anno.[MORE]

Il grande “Cerchio Imperfetto”, che ha dato il nome alla mostra dell’artista toscano, si intravede dalla statale 106 e in tanti si domandano cosa sia quel grande oggetto d’acciaio che si staglia contro il cielo azzurro della Roccelletta, in realtà soltanto una delle monumentali sculture che quest’anno animano il Parco e la cui installazione è ormai quasi ultimata. Ancora pochi giorni, infatti, e finalmente il lungo lavoro di Staccioli sarà completato, con grande soddisfazione dell’artista che si dice più che soddisfatto di un lavoro così impegnativo che l’ha visto ripetutamente in Calabria per allestire una mostra che si annuncia davvero di grande interesse. Ne è prova l’attenzione con la quale le televisioni e la stampa nazionale guarda a Scolacium, con i settimanali del Corriere della Serra e di Repubblica pronti a dedicare all’evento approfondimenti e recensioni.

“INTERSEZIONI –
osserva il Presidente della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro – è una delle scommesse vinte dall’amministrazione provinciale. Forse la più importante, certamente la più bella. Un grande progetto di respiro internazionale che dimostra come sia possibile con impegno, passione e professionalità, raggiungere traguardi di grande rilievo e ottenere il giusto riconoscimento in Italia e all’estero. Risultati raggiunti in solitudine assoluta, vista l’impossibilità fin qui di accedere a una qualsiasi e anche minima forma di sostegno da parte delle altre istituzioni, ma non demordiamo e speriamo di trovare in futuro condizioni migliori e compagni di viaggio entusiasti, motivati e consapevoli come noi del grande evento che rappresenta Intersezioni e del ruolo che può giocare nel veicolare l’immagine di una Calabria migliore”.

Intanto al Parco Archeologico di Scolacium e al Museo MARCA si continua a lavorare perché tutto sia pronto per sabato prossimo e Alberto Fiz, curatore di Intersezioni e Direttore Artistico del MARCA, così come lo stesso Staccioli, non tralasciano nulla perché l’evento sia in linea con le attese e le aspettative di un pubblico attento ed entusiasta.

“Una grande mostra – assicura Alberto Fiz – che ha visto Mauro Staccioli impegnato sul campo per mesi, a testimonianza dell’impegno e della serietà con le quali ha inteso partecipare a Intersezioni. Un entusiasmo coinvolgente e dimostrato anche dalla opere site specific, cioè realizzate proprio ed esclusivamente per questa occasione, come il “Plinto” di oltre 25 metri che attraversa l’intera navata della basilica per fuoriuscire dall’ogiva posta sul prospetto principale, il grande cerchio di oltre 8 metri d’altezza, realizzato in acciaio corten e chiamato proprio “Anello Catanzaro 2011” e i tre triangoli di 9 metri d’altezza ciascuno posizionati tra gli ulivi”.
INTERSEZIONI anche quest’anno prosegue al MARCA, il Museo delle Arti di Catanzaro, dove saranno esposti importanti lavori da interno, disegni, sculture, modelli e pezzi storici dello scultore di Volterra.

BIOGRAFIA

Mauro Staccioli nasce nel 1937 a Volterra e si diploma all’Istituto d’Arte nel 1954. Vive e lavora a Milano e Volterra.
Gli inizi della sua attività artistica sono saldamente intrecciati all’esperienza didattica e a quella di intellettuale e politico militante. Dopo un primo periodo in cui sperimenta la pittura e l’incisione, dalla fine degli anni Sessanta si dedica alla scultura, concentrandosi sul rapporto tra arte e società e sviluppando l’originale idea di una scultura che si pone in stretta relazione con il luogo - inteso nella sua concezione sia fisica che sociale - nel quale e per il quale è stata realizzata.

Il luogo assume così nel lavoro di Staccioli un ruolo centrale in quanto senza di esso non esisterebbe nemmeno la scultura. E’ nel 1972 che Staccioli matura l’idea di organizzare una serie di “sculture-intervento” nella città di Volterra; la mostra Sculture in città segna una svolta aprendo agli spazi urbani quel che fino ad allora era relegato solo negli spazi chiusi di gallerie e musei. Staccioli ricerca e genera una “scultura-segno” che nasce dall’attenta osservazione di uno spazio e che dialoga con esso sottolineandone le caratteristiche e alterandone la consueta percezione, suscitando domande e possibili risposte. Dalla mostra del 1972 prende corpo la manifestazione Volterra ’73 che sancisce l’inizio di un nuovo modo di intendere la scultura che trova completa espressione nella mostra Lettura di un ambiente - realizzata a Vigevano nel 1977 - che nel titolo stesso ne formula il principio. Dopo una serie di mostre organizzate in gallerie e spazi milanesi, arriva l’invito alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1978, anno in cui realizza il celebre Muro, una parete di cemento di 8 metri che ostruisce la visuale del viale d’accesso al Padiglione Italia ponendosi quale segno critico e provocatorio. L’artista sviluppa fin da principio un linguaggio caratterizzato da una geometria essenziale e dall’uso di materiali semplici come il cemento e il ferro.

Gli anni Ottanta si aprono con un intenso intervento, uno squarcio lungo il pavimento dello Studio Mercato del Sale di Milano, che provoca il visitatore a riflettere e a partecipare attivamente attraversando l’opera stessa. Dopo aver realizzato una grande installazione in cemento nel parco di Villa Gori a Celle di Santomato (PT) - intervento che segna anche l’inizio di dialogo proficuo tra scultura e ambiente naturale - il lavoro di Staccioli riscuote una crescente attenzione all'estero. Le sue “idee costruite” trovano infatti collocazione in Germania (Stadtische Galerie - Regensburg; Fridericianum Museum - Kassel), in Gran Bretagna (Hayward Gallery - Londra), in Israele

(Tel Hai) e in Francia (ELAC - Lione). In questi anni l’artista sviluppa nuove forme plastiche. Nascono così opere che sfidano gli equilibri statici generando effetti di straniamento nell’osservatore, come la forma in equilibrio sulla scalinata della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma del 1981, o il grande plinto sospeso sulla scalinata della University Gallery di Amherst in Massachussetts nel 1984, realizzato in occasione della sua prima personale negli Stati Uniti. Il confronto con l’architettura e l’ambiente urbano trova nuove soluzioni nell’ideazione dei grandi archi rovesciati realizzati all’interno della Rotonda della Besana a Milano (1987), davanti al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (1988) su invito di Amnon Barzel e nel piazzale principale del Parco Olimpico di Seul (1988) su invito di Pierre Restany. L’attività negli Stati Uniti prosegue con una mostra al Museum of Contemporary Art di San Diego e con la serie di installazioni realizzate nel parco della Djerassi Foundation di Woodside in California (1987-1991), seguite negli anni Novanta da nuovi interventi e da importanti mostre tra cui quella tenutasi alla Shoshana Wayne Gallery nel 1993.

Negli anni Novanta l’artista continua a sperimentare nuove forme: anelli che mettono in risalto il paesaggio, come a Ordino d’Arcalis nel Principato di Andorra (1991) e a Monaco di Baviera (1996); tondi “costretti” negli spazi della Fondazione Mudima di Milano (1992) o in precario equilibrio nel Parco della Fara a Bergamo (1992); sfere che appaiono quasi metafisicamente nella piana di Ozieri in Sardegna (1995). Profondo e proficuo è il legame dell’artista con il Belgio, dove è chiamato a realizzare un intervento al Parc Tournay Solvay di Bruxelles per la Fondation Européenne pour la Sculpture (1996) e dove eseguirà numerosi interventi in spazi sia pubblici che privati, tra cui l’ormai celebre Equilibrio sospeso al Rond Point de l’Europe a Bruxelles (1998). Nello stesso decennio la Corea si fa promotrice di diversi interventi pubblici tra cui l’opera per il Contemporary Art Museum di Kwacheon (1990).

In anni recenti la feconda ricerca di Staccioli si è concretizzata in diverse installazioni in Italia e all’estero: Lapiz Building a La Jolla (San Diego 2003), dove una trave di acciaio attraversa la facciata dell’edificio, Taiwan (2003), Porto Rico (2004), Carrazeda de Ansiães (Portogallo 2008), Voisins-le-Bretonneux (Francia 2008), Greve in Chianti (2009), Parco della Cupa a Perugia (2009) e Impruneta (2009), dove per la prima volta l’artista utilizza la terracotta. Staccioli ha vinto il primo premio al concorso di opere per la città di Milano organizzato dalla Società Permanente. Per conto dell’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles l’artista ha realizzato un multiplo, Tondo, che viene conferito come premio alla carriera a personaggi di origine italiana che si sono particolarmente distinti nelle arti e nelle scienze tra i quali Renzo Piano, Mario Monicelli, Ennio Morricone, Renato Dulbecco, Francis Ford Coppola.

La mostra Luoghi d’Esperienza a Volterra ha ricevuto una medaglia di riconoscimento da parte dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.
Staccioli è membro associato dell’Académie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux-arts de Belgique e Accademico Nazionale di San Luca.


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