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NAPOLI, 4 MAGGIO 2013 - Ma al casale detto Antiniano, da molti conosciuto come “Borgo Antignano” è in atto un’opera di recupero storico o il solito scempio edilizio, avallato dal compiacente silenzio di quanti addetti alla vigilanza?”. E’ la domanda che pone Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari che, stamani, visitando il borgo si è accorto che nell’antico edificio a due archi, il quale nel periodo borbonico era adibito alla riscossione del dazio, come ricorda una lapide posta su di esso con la scritta “ qui si paga per gli regj censali”, il vano di accesso di uno dei due locali posti a piano terra, dove di recente si è aperta una nuova attività commerciale, risulta attintato con un orrido colore arancione che contrasta con il restante colore bianco dell’intera facciata, alterando palesemente i caratteri storici dell’intero edificio “.
“ Questo casale – ricorda Capodanno – rappresenta il più antico villaggio della collina, esistente fin dall’epoca romana, tanto che alcuni ne attribuiscono il toponimo all’imperatore romano Antonino, mentre altri propendono per la tesi di “ante Agnanum”, prima o di fronte ad Agnano “.
“ Il casale – continua Capodanno – rischiò di scomparire quando alla fine dell’ottocento fu realizzata via Luca Giordano, che doveva proseguire lungo un percorso rettilineo invece che curvare poco prima di piazza degli Artisti. Così si salvò il casale in uno alla famosa Villa Pontano “.
“ Per lustri - prosegue Capodanno – quest’area con le strade adiacente è stata adibita ad un orrido e disordinato mercato all’aperto di generi alimentari, ancora oggi in parte presente, tollerato dalle istituzioni che addirittura hanno chiuso al traffico alcune strade per consentire la vendita di prodotti alimentari esposti sulla pubblica via in alcune ore del giorno “.
“ Negli ultimi tempi si è sentito spesso parlare del recupero dell’antico borgo di Antignano – afferma Capodanno -. Ma in cosa consista questo recupero non è dato sapere visto che un progetto organico non è stato mai pubblicamente presentato “.
“ Mi auguro – stigmatizza Capodanno – che lo scempio attuato nell’antico fabbricato del dazio borbonico, simbolo di Antignano, non rientri in quest’opera di recupero. Di conseguenza è auspicabile che trattandosi di un fabbricato storico, che dovrebbe essere tutelato ai sensi del D. Lgvo 490/99, già legge n°1089/39, gli uffici preposti vogliano intervenire al più presto, effettuando i necessari controlli, per i provvedimenti di competenza, tesi alla salvaguardia del patrimonio storico, architettonico e culturale del capoluogo partenopeo, come quello rappresentato dall’antico casale vomerese “.[MORE]
(notizia segnalata da Gennaro Capodanno)