Voleva dividere la Sicilia: proclamatosi reggente, perde causa contro lo Stato
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PALERMO, 31 OTTOBRE 2013 - Giuseppe Mignemi è l'uomo che voleva dividere la Sicilia in due. Il desiderio di scindere la regione lo ha condotto fino in Cassazione, dopo una serie di ricorsi, nei quali citava lo Stato Italiano affinché venisse condannato a separare i territori.
La Sicilia orientale sarebbe diventata indipendente e neutrale, mentre quella occidentale autonoma, «A statuto incompleto da sessant’anni per ostruzionismo e complotto politico del governo unitario accentrato a Roma». Le visioni complottistiche "ai danni della Sicilia", per Giuseppe Mignemi, dovevano giungere ad una fine.
Per questa ragione, si è auto-proclamato reggente della "Sicilia Orientale" finchè non fosse avvenuta la secessione. Dopo sei mesi, ha assicurato che avrebbe proclamato le regolari elezioni. La Suprema Corte è riuscita ad evitare di pronunciarsi, poiché Giuseppe Mignemi si è presentato ai tre gradi di giudizio senza un legale.[MORE]
Secondo il Codice Penale, avrebbe dovuto avvalersi di un difensore. Nella sentenza (la 24517 della Sesta Sezione Civile) viene riassunto l piano di Mignemi, il quale specificava che, dopo l'uscita dall'Euro e l'istituzione di una nuova moneta locale, le tasse sarebbero state versate direttamente al "Nuovo Stato Sovrano", che sarebbe stato «In pace con il resto del Paese».
Giuseppe Mignemi non si è limitato a chiamare in causa lo Stato, ma anche l'ex presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
La Suprema Corte ha messo un punto al secessionismo di Giuseppe Mignemi mettendo nero su bianco che «La presenza di un avvocato è necessaria, da un lato per la complessità delle norme e il tecnicismo nella redazione degli atti che richiedono la preparazione di un tecnico, dall'altro perché la collaborazione di un esperto serve a filtrare il processo dalle emozioni e dalla passionalità dei diretti protagonisti delle lite e che potrebbero privarli delle necessaria lucidità».
(Immagine da partecipiamo.it)
Alessia Malachiti