

Vittorio Sgarbi ricoverato al Gemelli: "Depresso e non mangia". L’appello di Veneziani: “Rialzati, capra!”
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ROMA – Vittorio Sgarbi è stato ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma a causa di un peggioramento delle sue condizioni di salute legato a una sindrome depressiva che lo affligge da tempo.
A preoccupare i medici è anche il rifiuto di alimentarsi, sintomo che ha reso necessario il ricovero e il monitoraggio costante da parte dello staff sanitario dell’ospedale romano.
Il critico d’arte, scrittore e storico, non ha mai nascosto le sue fragilità.
Negli ultimi anni ha affrontato diverse sfide, personali e professionali: dalla malattia alla prostata, affrontata pubblicamente con coraggio, fino alla recente ondata di inchieste su operazioni relative ad alcune opere d’arte.
A gennaio, le sue dimissioni da sottosegretario alla Cultura hanno segnato l’inizio di un anno difficile.
Lo scorso dicembre Sgarbi aveva pubblicato il suo ultimo lavoro, "Natività. Madre e figlio nell’arte", un volume che testimonia ancora una volta la sua profonda passione per l’arte e la forza del suo sguardo critico.
Tuttavia, dietro l’attività pubblica, si celava un malessere profondo, che oggi lo ha costretto a fermarsi.
In una recente intervista rilasciata a Robinson di Repubblica, Sgarbi ha parlato apertamente della sua condizione:
“La mia attuale malinconia o depressione è una condizione morale e fisica che non posso evitare. Come abbiamo il corpo, così esistono anche le ombre della mente... fantasmi che non posso allontanare”.
Una confessione cruda, diretta, senza filtri, come nel suo stile.
In quei giorni alternava riflessioni profonde sui social: dal ricordo del padre il 19 marzo ("Siamo sempre stati il padre e il figlio. Il collegamento lo teneva mia madre…"), a pensieri sull’arte femminile ("Artemisia è stata la prima femminista della storia"), fino al commento sarcastico su Sanremo ("Troppo seriosa questa edizione. Mancano i veri fricchettoni").
Poi, il silenzio. E ora il ricovero.
A manifestare pubblicamente la sua preoccupazione è l’amico e giornalista Marcello Veneziani, che sulle pagine de La Verità ha lanciato un appello accorato:
“Vorrei gridargli: rialzati e cammina, capra!”
In un’intervista al Corriere della Sera, Veneziani ha approfondito il suo pensiero, tracciando un ritratto intimo dello Sgarbi privato:
“Ha la percezione che molte delle sue libertà impulsive non potranno più essere praticate, il suo universo si sta restringendo. La depressione potrebbe essere figlia del suo narcisismo ferito”.
Eppure, lascia aperto uno spiraglio di speranza:
“Conoscendo Vittorio, non escludo un risorgimento. Ma prima dovrà affrontare un passaggio decisivo: lasciarsi alle spalle il ‘Vittorio Uno’ per dare spazio a un ‘Vittorio Due’”.
Che si tratti del “Vittorio Uno” o del “Vittorio Due”, il desiderio condiviso da amici, colleghi e amanti dell’arte è lo stesso: vedere Sgarbi rialzarsi, con la sua voce unica, il suo spirito ribelle e la sua inesauribile passione per il bello.