"Vite spezzate" al Teatro Kismet. Drammi inevitabili o eventi prevedibili?
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Latitano i punti di riferimento nel nostro sconquassato presente. Crisi, disoccupazione, emigrazione dilatano lo spazio che ci appartiene, infiltrandosi nelle vite a tal punto da spezzarle. Il modo migliore per realizzare i propri sogni è quello di svegliarsi, di prendere coscienza di ciò che abbiamo intorno a noi, e capire l’importanza di ridurre al minimo i rischi legati agli infortuni sul lavoro.[MORE]
E’ questo l’obiettivo di "Vite spezzate", spettacolo messo in scena al Teatro Kismet, con la regia e l'adattamento di Teresa Ludovico, liberamente tratto dai racconti de I Quaderni della prevenzione "Drammi inevitabili o eventi prevenibili?" pubblicati dalla Regione Puglia, che cura l'intero progetto insieme con l'Inail. Gli attori Marco Manchisi, Michele Cipriani e Vito Carbonara (con l'intervento di Augusto Masiello) mettono in scena in un modo delicato e commovente le esperienze di lavoratori, ma prima di tutto, uomini divorati in pochi istanti da un fatale errore. Un’impresa imponente con lo scopo di comunicare per cambiare e migliorare.
Vukmir, giovane albanese con tanti sogni nel cassetto e la speranza di una vita migliore, nonno Peppe, e la fine del suo progetto portato avanti da anni, Giorgio, che amava guardare le distese di papaveri, Mario che non vedrà nascere il suo nipotino, l’uomo inghiottito dalle sabbie mobili e tanti altri come loro, sono i protagonisti delle schegge che compongono la narrazione scenica. Un po’ alla Jarmush in Taxisti di notte, uno dopo l’altro si susseguono a ritmo impetuoso le storie, al centro di una scenografia semplice e di impatto. Alla fine, dei tanti racconti a cui il pubblico assiste, rimangono soltanto oggetti su panche in legno: una palla, un lettore di musica, un mazzo di fiori, una scodella, una tuta da lavoro, un cavalluccio di legno, un libro, una sigaretta.
E il senso allora di questo viaggio in spazi diversi ma tangenti l’uno con l’altro, non consiste nel semplice collezionismo di racconti, ma proprio nella lucida capacità di voler documentare le intersezioni e i tragici destini inaspettati che hanno strozzato storie di lavoratori. “Vite spezzate” pare fungere da nume tutelare e da guida, soprattutto per i più giovani aspiranti lavoratori, quasi un Virgilio da recuperare come presenza importante e sempre imprescindibile.
Al termine dello spettacolo, il prezioso intervento del dottor Fulvio Longo, dell’assessore regionale alle Politiche della Salute Ettore Attolini e del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che ha puntato l’accento sulla dignità del lavoro inteso come vera e propria “pietra angolare della nostra società”.
Roberta Lamaddalena