Cerca

"Vite spezzate" al Teatro Kismet. Drammi inevitabili o eventi prevedibili?

Roberta Lamaddalena
Condividi:
"Vite spezzate" al Teatro Kismet. Drammi inevitabili o eventi prevedibili?
Notizia in evidenza
Occhio alla notizia
Tempo di lettura: ~2 min

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.

Latitano i punti di riferimento nel nostro sconquassato presente. Crisi, disoccupazione, emigrazione dilatano lo spazio che ci appartiene, infiltrandosi nelle vite a tal punto da spezzarle. Il modo migliore per realizzare i propri sogni è quello di svegliarsi, di prendere coscienza di ciò che abbiamo intorno a noi, e capire l’importanza di ridurre al minimo i rischi legati agli infortuni sul lavoro.[MORE]

E’ questo l’obiettivo di "Vite spezzate", spettacolo messo in scena al Teatro Kismet, con la regia e l'adattamento di Teresa Ludovico, liberamente tratto dai racconti de I Quaderni della prevenzione "Drammi inevitabili o eventi prevenibili?" pubblicati dalla Regione Puglia, che cura l'intero progetto insieme con l'Inail. Gli attori Marco Manchisi, Michele Cipriani e Vito Carbonara (con l'intervento di Augusto Masiello) mettono in scena in un modo delicato e commovente le esperienze di lavoratori, ma prima di tutto, uomini divorati in pochi istanti da un fatale errore. Un’impresa imponente con lo scopo di comunicare per cambiare e migliorare.


Vukmir, giovane albanese con tanti sogni nel cassetto e la speranza di una vita migliore, nonno Peppe, e la fine del suo progetto portato avanti da anni, Giorgio, che amava guardare le distese di papaveri, Mario che non vedrà nascere il suo nipotino, l’uomo inghiottito dalle sabbie mobili e tanti altri come loro, sono i protagonisti delle schegge che compongono la narrazione scenica. Un po’ alla Jarmush in Taxisti di notte, uno dopo l’altro si susseguono a ritmo impetuoso le storie, al centro di una scenografia semplice e di impatto. Alla fine, dei tanti racconti a cui il pubblico assiste, rimangono soltanto oggetti su panche in legno: una palla, un lettore di musica, un mazzo di fiori, una scodella, una tuta da lavoro, un cavalluccio di legno, un libro, una sigaretta.


E il senso allora di questo viaggio in spazi diversi ma tangenti l’uno con l’altro, non consiste nel semplice collezionismo di racconti, ma proprio nella lucida capacità di voler documentare le intersezioni e i tragici destini inaspettati che hanno strozzato storie di lavoratori.  “Vite spezzate” pare fungere da nume tutelare e da guida, soprattutto per i più giovani aspiranti lavoratori, quasi un Virgilio da recuperare come presenza importante e sempre imprescindibile.

Al termine dello spettacolo, il prezioso intervento del dottor Fulvio Longo, dell’assessore regionale alle Politiche della Salute Ettore Attolini e del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che ha puntato l’accento sulla dignità del lavoro inteso come vera e propria “pietra angolare della nostra società”.

Roberta Lamaddalena

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.

Scritto da Roberta Lamaddalena

Giornalista di InfoOggi

Leggi altri articoli

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.