Vitalizi, presentato il testo della delibera per i tagli agli ex-deputati
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ROMA, 27 GIUGNO – La scure pentastellata si abbatte sui privilegi degli ex-deputati. O almeno così pare. Dopo il naufragio del ddl Richetti nella scorsa legislatura (che avrebbe garantito risparmi per 76 milioni di euro), una delibera a firma Roberto Fico introdurrà un ricalcolo in base al sistema contributivo dei vitalizi percepiti da 1338 ex deputati, garantendo risparmi per circa 40 milioni di euro annui per la Camera.
Il testo sarà limato entro il 5 luglio, per essere poi sottoposto al voto dell’assemblea tra il 9 ed il 13 dello stesso mese. La data di entrata in vigore è invece fissata per il 1 novembre 2018.[MORE]
Il nuovo sistema porterà a 980 euro mensili il vitalizio minimo per chi ha seduto per una sola legislatura a Montecitorio, mentre saranno 1470 gli euro garantiti a coloro i quali subiranno una sforbiciata superiore al 50%. Discorso diverso, invece, quello che interessa i deputati con quattro legislature alle spalle: per loro, i vitalizi si fermeranno al valore del 31 ottobre 2018.
La delibera, inoltre, introduce un tetto massimo all’ammontare che potrà essere corrisposto a ciascun ex deputato: questo non potrà superare l’importo dell’assegno determinato in base alle regole di calcolo vigenti al momento in cui l’ex parlamentare ha iniziato il mandato. Tradotto, per i 67 ex deputati con almeno 4 mandati alle spalle, l’introduzione del contributivo non produrrà un aumento della somma percepita.
Più nel dettaglio, ad essere colpiti saranno gli assegni vitalizi diretti, e di reversibilità, nonché le quote di assegno vitalizio dei trattamenti previdenziali pro rata, diretti e di reversibilità, maturati al 31 dicembre 2011. Da allora, infatti, è subentrato il sistema contributivo, ma non per gli anni precedenti.
Il provvedimento, come era lecito attendersi, non ha lasciato indifferenti gli ex deputati. L’associazione degli ex parlamentari ha infatti annunciato ricorsi, o addirittura una class action, per difendersi dagli effetti della delibera. Ma non è tutto. L’associazione ha infatti inviato una diffida stragiudiziale a tutti i membri dell’Ufficiio di presidenza della Camera a non approvare il testo, paventando azioni amministrative e civili.
A difesa del taglio si è schierato il vicepremier Luigi Di Maio, il quale ha affermato di essere “abituato dagli ultimi sei anni a queste minacce”, individuando come bersaglio della delibera i “privilegi rubati” e non i “diritti acquisiti” e sottolineando che è “uno schiaffo alla miseria fare ricorsi e protestare” per aver perso un vitalizio di 6-7mila euro.
Anche il dem Rosato ha commentato il provvedimento, definendosi d’accordo con la revisione del sistema ma esprimendo le proprie preoccupazioni per “l’impostazione” dello stesso, “fragile e suscettibile di non resistere a possibili ricorsi”. Del medesimo avviso anche Mara Carfagna: “si al ricalcolo, no alla rapina di Stato”.
Paolo Fernandes
Foto: nextquotidiano.it